Attualità - 21 giugno 2025, 08:55

Il governo discute di modifica della legge sulla caccia. Bongioanni: "Sollievo per l’agricoltura e la lotta alla Peste Suina in Piemonte"

L'assessore regionale: "Finalmente, dopo oltre trent’anni, si aggiorna una legge che regola la gestione della fauna selvatica nel nostro Paese"

Immagine di archivio

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L’assessore regionale al Commercio, Agricoltura e Cibo, Caccia e Pesca, Parchi della Regione Piemonte Paolo Bongioanni commenta con favore l'informativa resa in Consiglio dei Ministri dal Ministro dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste Francesco Lollobrigida su una proposta a firma dei senatori Malan, Romeo, Gasparri e Salvitti circa la necessità di modifica della legge di protezione della fauna selvatica e la regolamentazione dell'attività venatoria.

Commenta Bongioanni: «Finalmente, dopo oltre trent’anni si aggiorna una legge, la 157 del 1992, che regola la gestione della fauna selvatica nel nostro Paese. È una norma che nel frattempo era diventata del tutto obsoleta. Fotografava un’Italia che non c’è più e non era più in grado di fornire spazi e strumenti adeguati per contrastare fenomeni come l’invasione dei selvatici fino nei centri delle nostre città, la diffusione di specie dannose alle colture anche per effetto del cambiamento climatico, della regressione delle aree coltive a vantaggio di quelle incolte e boschive. Sono scenari che forse allora nessuno avrebbe saputo prevedere, ma che oggi emergenze reali come la lotta alla Peste Suina Africana e i pesantissimi danni inflitti dai selvatici all’economia agricola rendono assolutamente prioritari nell’intervento del legislatore. Auguro alla proposta di concretizzarsi in un iter parlamentare rapido e sereno, e formulo il mio plauso al ministro Lollobrigida cui assicuro la mia piena collaborazione per una pronta attuazione sul territorio piemontese delle nuove norme che saranno stabilite dal Parlamento».

La proposta - firmata dai quattro gruppi di maggioranza del Senato e illustrata al Consiglio dei Ministri - è ispirata dal garantire il medesimo livello di tutela alla fauna selvatica e alle attività dell'uomo, oggi poste a rischio dall’incontrollata diffusione della fauna selvatica stessa. In sintesi, l'obiettivo è quello di ripristinare un corretto e aggiornato rapporto di convivenza tra l'uomo e gli animali selvatici alla luce delle profonde trasformazioni intervenute da allora.

Qualche esempio relativo al Piemonte. I danni da fauna selvatica provocati alle colture nel 2024-2025 hanno determinato in Piemonte richieste di risarcimento per oltre 4,7 milioni di euro a carico delle casse pubbliche. Dal 2018 a oggi la Regione Piemonte ha erogato un totale di 2.8 milioni di euro fra risarcimento per i danni da predazione da lupo e per l’aiuto alla prevenzione. Ad essi vanno aggiunte le ingenti somme pubbliche (oltre 13 milioni di euro in quattro anni) messe a disposizione dalla Regione per arginare con le misure di biosicurezza i rischi da Peste suina provocata dai cinghiali.

Commenta Bongioanni: «È sorprendente rilevare che coloro che si ergono a difensori ideologici e incondizionati della fauna selvatica sono spesso gli stessi che puntano il dito moralista contro lo spreco di risorse appartenenti alla collettività dei cittadini. Nulla di quanto avevano detto gli animalisti, e che era stato ripreso da alcuni organi di stampa, c'è nello schema della nuova legge, Non si sparerà per strada, non si sparerà di notte, non verranno ridotte le aree protette, non si legalizzerà il bracconaggio. Per questo chiediamo anche a loro la collaborazione per declinare anche nella nostra regione le norme della legge di riforma – una volta discussa e approvata - nel segno del bene comune e dell’interesse maggiore della collettività». 

comunicato stampa

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