Non è un episodio di ‘phishing’ o una truffa via web: la raccolta fondi lanciata da Eleonora Pertusio sulla piattaforma GoFundMe è assolutamente autentica. Lo scopo è aiutare Mattia Vignolo, 30enne di Barge, a rientrare in Italia dopo un grave infortunio subito durante il viaggio di nozze in Perù.
Mattia si è fratturato la testa del femore e l’acetabolo, lo scorso mercoledì 11 giugno, durante un’escursione nel deserto del paese Sudamericano. Con lui la moglie, Emilie Richiardone, originaria di Pinasca, come Pertusio, anche lei 30enne. I due si erano sposati appena quattro giorni prima, sabato 7 giugno, nel Municipio di Barge. Eleonora Pertusio è stata la loro testimone di nozze.
(La moglie di Mattia, Emilie Richiardone in ospedale in Perù)
I novelli sposi felici ed emozionati, erano partiti lunedì 9 giugno per la loro luna di miele in Perù, ma il sogno si è trasformato in incubo. L’incidente è avvenuto due giorni dopo il loro arrivo.
“Mattia – racconta Eleonora Pertusio - è stato portato all’ospedale regionale di Ica, a cinque ore dalla capitale Lima. Qui è rimasto per 40 ore in condizioni disumane: abbandonato in un corridoio, senza assistenza medica, in una struttura priva di porte, igiene e sedie. Nessun antidolorifico, nessun catetere per 13 lunghe ore. Emilie, da sola e senza conoscere la lingua, è stata costretta a comprare i farmaci in un piccolo supermercato interno all’ospedale, senza poter mai riposare davvero.
Nel frattempo, l’assicurazione sanitaria stipulata prima della partenza ha impiegato 24 ore solo per verificare la convenzione con la clinica peruviana. Grazie all’intervento dell’Ambasciata italiana Mattia è stato finalmente trasferito in una clinica più dignitosa, sempre ad Ica, a soli due chilometri dalla precedente struttura”.
E proprio sull’assicurazione si è abbattuto un secondo muro: “La compagnia – afferma Pertusio - si è rifiutata di coprire le spese per un volo sanitario, sostenendo che il paziente può essere operato in loco. Un'alternativa che ignora la condizione clinica di Mattia, il trauma psicologico e la totale solitudine della coppia. L’assicurazione ha offerto un’alternativa: un volo commerciale su un aereo di linea con sedili rimossi per fare spazio alla barella e accompagnamento infermieristico, per una spesa di 46mila euro, con uno scalo a Madrid e tutto il disagio che ne compete.
(Mattia Vignolo in ospedale in Perù)
Una soluzione realmente sicura resta l’aereo-ambulanza, ma il suo costo in base ai preventivi vai dai 170mila di 210 mila euro. Per questo motivo è stata lanciata la raccolta fondi, con un obiettivo di 100mila euro: in soli due giorni sono stati raccolti 7.589 euro da parte di 219 persone”.
I certificati medici italiani confermano l’urgenza del rientro in patria. I medici peruviani hanno già dato il nullaosta alla partenza. Ma il tempo stringe e la situazione rimane critica, anzi peggiora. “Mattia deve tornare in Italia per essere operato vicino alla sua famiglia, in sicurezza, con cure adeguate. Emilie è esausta e non sa più come fare – afferma Eleonora -. Abbiamo attivato tutti i canali istituzionali, ma ancora non c’è una soluzione concreta. Aiutateci! Ogni contributo, anche il più piccolo, può fare la differenza. L’appello è rivolto a tutti: aiutare Mattia ed Emilie a tornare a casa, a ritrovare dignità, cure e speranza”.
Chi desidera contribuire alla raccolta fondi può sottoscriverla sul seguente sito: https://www.gofundme.com/f/aiutiamo-mattia-a-tornare-in-italia-per-operarsi