Economia e lavoro - 29 ottobre 2024, 17:05

Banda ultralarga: a che punto siamo in Piemonte?

Internet è diventato la linfa vitale del mondo moderno, un’infrastruttura invisibile ma essenziale che permea ogni aspetto della nostra esistenza.

Banda ultralarga: a che punto siamo in Piemonte?

Internet è diventato la linfa vitale del mondo moderno, un’infrastruttura invisibile ma essenziale che permea ogni aspetto della nostra esistenza. Dalle comunicazioni globali al commercio elettronico, dall’intrattenimento all’educazione, la rete ha rivoluzionato il nostro modo di vivere, lavorare e interagire. Eppure questa preziosa risorsa, ormai data per scontata da molti, rimane un miraggio per un numero significativo di persone, che si trovano in un’isola di disconnessione digitale.

Nel Piemonte la frattura digitale è una realtà preoccupante. Secondo i dati, fino allo scorso marzo ben 339 mila unità immobiliari su 792 mila pianificate erano ancora prive di una connessione a banda ultralarga, lasciando quasi il 40% delle abitazioni scollegate dal flusso incessante di informazioni e opportunità che caratterizza la società contemporanea.

Il caso Bosia

Il caso di Bosia, piccolo comune cuneese, è diventato un simbolo di questo divario: qui scaricare una semplice email con allegati può trasformarsi in un’odissea digitale. Ma Bosia non è un caso isolato, decine di comuni piemontesi (soprattutto nelle aree montane) si trovano in una situazione analoga, rallentati da connessioni precarie che ostacolano lo sviluppo economico e sociale.

Le cause di questa situazione sono molteplici e complesse. Da un lato, i ritardi nell’implementazione del Piano Banda Ultralarga, impantanato in una palude burocratica e rallentato da una mancanza di coordinamento tra operatori privati e istituzioni. Dall’altro, i costi elevati degli abbonamenti, che scoraggiano molti cittadini dall’adottare la banda ultralarga anche dove disponibile, favorendo soluzioni alternative come i ponti radio (FWA), che però spesso non offrono la stessa stabilità e velocità.

Le conseguenze dell’esclusione digitale sono pesanti e si ripercuotono su diversi ambiti. I cittadini delle zone non connesse hanno difficoltà ad accedere ai servizi online della pubblica amministrazione, alle piattaforme di e-learning e alle opportunità offerte dallo smart working.

Ma il problema non si limita ai residenti. Le imprese sono private di una connessione affidabile e faticano quindi a competere sul mercato globale e a innovare i propri processi produttivi. Allo stesso modo le scuole, impossibilitate a sfruttare appieno le potenzialità della didattica digitale, rischiano di offrire un’istruzione inadeguata alle esigenze del XXI secolo.

Internet: un universo di possibilità

Sì, perché internet apre le porte a un universo di possibilità: dagli acquisti online, con la comodità di confrontare prezzi e scegliere tra un’infinita varietà di prodotti, all'intrattenimento multimediale, con lo streaming di film, serie TV e musica a portata di clic. Ma anche il gioco online, che con le sue community di videogiocatori e piattaforme dei migliori casinò online (da utilizzare sempre in modo legale e responsabile), rappresenta una forma di svago e socializzazione per milioni di persone.

Senza dimenticare poi l'accesso a risorse educative online, con un numero crescente di università online, percorsi di formazione professionale e biblioteche digitali che mettono a disposizione un patrimonio immenso di conoscenza. Anche gli e-book, spesso più economici e pratici dei tradizionali libri cartacei, diventano facilmente accessibili. Del resto la didattica a distanza (ampiamente impiegata durante la pandemia) offre nuove opportunità, consentendo a chiunque di apprendere da remoto.

Come risolvere questa situazione? Per superare il divario digitale sono necessari interventi decisi e coordinati. Investimenti infrastrutturali per estendere la copertura della banda ultralarga, incentivi per l'adozione di connessioni veloci e programmi di alfabetizzazione digitale per formare i cittadini all'uso consapevole delle tecnologie. Serve quindi una strategia nazionale che metta al centro l'obiettivo di garantire a tutti l'accesso a internet, non come un lusso, ma come un diritto fondamentale.

Per stare al passo con i tempi e consentire all’economia italiana di rimanere competitiva è imperativo garantire a tutti l'accesso a internet. Solo così potremo costruire una società più inclusiva, equa e innovativa, in cui nessuno sia lasciato indietro nella corsa verso il futuro digitale.

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