Pianura - 30 maggio 2024, 10:20

Le stalle torinesi hanno un nuovo nemico: l'invasione dei piccioni a caccia di mangime [FOTO]

Sono sempre di più i volatili che al momento della distribuzione del cibo si presentano all'interno degli allevamenti, sottraendo materia prima, ma danneggiando anche fieno e strutture con i loro escrementi

Coldiretti lancia l'allarme per l'invasione dei piccioni nelle stalle degli allevatori

"Ormai basta che sentano il rumore dei macchinari che distribuiscono il cibo, per avventarsi in veri e propri stormi all'interno delle stalle". E' questo il racconto che fanno, sempre più spesso, gli allevatori di Torino e provincia. Ma non solo loro. E l'allarme rilanciato da Coldiretti. Il racconto arriva dalla voce di Enrico Toja, della cascina Ravetto di Orbassano. Ma non solo lui.

La scena è ormai un classico, sempre uguale a se stessa: al momento della distribuzione del cibo per gli animali (bovini, ovini e così via), le stalle vengono letteralmente invase dai piccioni. Si presentano lì per beccare il mangime che viene consegnato alle bestie, ingolositi dalla presenza di grani e granaglie.

E l'effetto negativo è enorme: non solo per il fatto che i volatili sottraggono cibo (prezioso, perché spesso elaborato) agli animali in allevamento, ma anche perché con la loro presenza finiscono per imbrattare e danneggiare anche il resto della struttura. "Temiamo le malattie, a cominciare dalla salmonella".

A cominciare dal fieno: spesso i piccioni depositano i loro escrementi su interi strati rendendoli inutilizzabili se non addirittura dannosi. E poi, lo stesso effetto, lo producono anche sui macchinari, finendo per corroderli. A cominciare dai pannelli fotovoltaici, come spiega Guido Vaglienti, di Candiolo.

Una situazione sempre più difficile, che l'associazione di categoria ha deciso di rendere pubblica e segnalare con una serie di fotografie e video in cui si mostrano concretamente le dinamiche di quanto accade e gli effetti negativi. "Sporcano l'alimentazione, danneggiano le farine. Arrivano verso metà mattina e non è possibile effettuare pulizie radicali in manifera così frequente. Perché così non possiamo più andare avanti", dicono gli addetti ai lavori. "Abbiamo provato a tenerli lontani con i rapaci o con i cannoncini. Ma non funzionano", conclude Marco Scaglia, di Rivoli.