Attualità - 17 marzo 2024, 07:34

STORIE DI MONTAGNA/4: da arredatrice d’interni in Svizzera a pastora nella sua terra

La storia di Francesca Balmas, originaria di Pramollo e oggi residente a San Germano Chisone

Francesca Balmas

Francesca Balmas

Dalla stretta di mano di una persona si possono capire molte cose, da come si presenta, dalle sue parole, dal suo modo di presentarsi.

Quando sono arrivata davanti alla stalla di Francesca Balmas e lei, giovanissima, con la tuta da lavoro, il tridente in mano e le gote arrossate, mi è venuta incontro, mi sono subito sentita colpita da questa donna. La nostra stretta di mano decisa e sincera mi ha fatto capire che ero nel posto giusto per raccontare una grande storia.

Siamo in Borgata Savoia, San Germano Chisone (Valle Chisone)

“Come mai sei qui Francesca?” la mia prima domanda per Francesca è questa.

“Eh l’amore fa fare cose strane” mi risponde ridacchiando!

Francesca è originaria di Pramollo, un paesino confinante con San Germano.

Frequenta il liceo linguistico di Pinerolo e poi si sposta a Torino e studia all’istituto applicato di Arte e Design e si laurea in Architettura d’Interni. Un mondo che le è sempre piaciuto, e che scopre grazie ad un’insegnante delle scuole medie, che le fa amare il disegno tecnico.

Un percorso di studi insolito, che non garantisce un lavoro certo, e che lei decide di portare avanti pagandosi le spese maggiori. I fine settimana erano quindi destinati a raccogliere fondi per supportare i suoi studi e quindi lavorava in pizzeria, nei ristoranti e nei posti dove fosse possibile farlo.

“Un percorso di vita di questo tipo ti insegna molto – mi dice –. Impari a lavorare da dipendente, nei momenti in cui gli altri fanno festa, ed impari a conoscere il valore dei soldi e della fatica che si fa per guadagnarli!”

Gli studi in città, per questa giovane donna, sono stati un’esperienza bellissima che gli sono serviti e l’hanno resa la persona che è oggi, anche se fa un altro lavoro.

Finiti gli studi il suo primo lavoro lo svolge presso uno studio grafico pubblicitario, e qui si accumula altra esperienza. Non dimentica però la sua passione e così si alterna tra lo studio grafico e un mobilificio. Lavorando presso questo negozio arriva l’occasione di andare in una fiera in Svizzera: Francesca era la persona giusta. Parlava perfettamente la lingua e si occupava di disegno di interni.

Qui conosce il titolare di un’azienda che pochi mesi dopo le offre un lavoro nella sua azienda in Svizzera. Una proposta che arriva proprio nel momento giusto. Un periodo in cui Francesca aveva bisogno di dimenticare e di allontanarsi.

Inizia per lei una nuova vita. Inizialmente attraente e interessante. Resta in Svizzera dal lunedì al venerdì e per il weekend torna sempre a casa, sulle sue montagne.

“Il venerdì sera non vedevo l’ora di prendere la valigia e di ritornare a casa! – mi dice –. Sono sempre stata molto legata al mio territorio: poter passeggiare nei boschi, fare festa con gli amici. Sono cresciuta in un piccolo paesino dove queste cose sono sempre state autentiche e vissute: qui ci conosciamo tutti, siamo cresciuti insieme” conclude.

Per lei stare lontano dalla sua terra non era fattibile. Passano nove mesi, bellissimi, ma come mi dice: “Poi ti accorgi che casa è casa”

Nell’estate del 2012, inizia la sua relazione con Federico, il suo attuale compagno. Un ragazzo che conosce da sempre, fin dalla più tenera età. Inizia così a passare i suoi weekend di libertà in alpeggio. Questo è il mondo di Federico, che ha iniziato a sedici anni ad affiancare la famiglia di allevatori e non ha mai fatto altro.

Il tempo continua a passare, il capo svizzero inizia a mal sopportare i rientri di Francesca in Italia e le chiede di trasferirsi. Nell’ottobre del 2012 l’avventura di questa donna, in quel mondo che tanto l’aveva affascinata a cui, però, si rende conto di non appartenere, finisce e torna definitivamente in Italia.

Ricomincia il suo lavoro nel ristorante vicino a casa, e nel frattempo continua ad aiutare il suo ragazzo. Con l’arrivo della primavera dell’anno successivo, il ragazzo che abitualmente saliva in alpeggio lascia il suo posto. Francesca si offre di sostituirlo.

“Non sapevo fare nulla ma ho voluto mettermi in gioco! La mia prima estate in alpeggio è stata nel 2013. Ho perso 15 kg ma ne è valsa la pena” mi dice con il sorriso di oggi, che dimostra come questo mestiere ormai sia parte di lei.

“In questo lavoro non c’è sabato, non c’è domenica, non ci sono ferie, non ci sono orari: prima ci sono le bestie e poi c’è tutto il resto”. Queste sono le parole che Federico, il suo compagno, le dice al loro primo appuntamento.

“È stato onesto!” mi confessa Francesca mentre ci facciamo una risata.

Ora questa coppia ha due bellissimi bambini – Mia di nove anni e Alberto di sei – che sono cresciuti con i ritmi della stalla e dell’alpeggio, liberi di provare e sperimentare, di correre arrampicarsi, di entrare in contatto con gli animali e di sentirsi parte della natura.

Francesca raccontami la tua giornata, le chiedo mentre passiamo tra i suoi animali.

“Non ho degli orari massacranti, perché faccio questo lavoro tutti i giorni della mia vita, tutto l’anno, sempre. Mi alzo e alle 7 in stalla a mungere le mucche e le capre, mentre le pecore le munge Federico. Prima ho dato colazione ai bimbi e li ho preparati per la scuola. Poi si ‘governano’ gli animali e per le 10,30 si fa colazione tutti insieme. Una colazione sostanziosa che andrà a coprire il pranzo, e poi ognuno svolge il suo compito: chi si occupa di fare i formaggi, di accudire ancora gli animali o andare al pascolo. La sera si munge e si accudiscono ancora gli animali. Dopo tutto mi occupo dei bimbi, della cena e per le 21,30 tutti a nanna. A volte sono stanca, ma la mia è una stanchezza fisica che non mi pesa come quella mentale”.

Dove si possono trovare i formaggi di Francesca?

Tutti i venerdì mattina al mercato di San Germano Chisone e, da maggio a inizio ottobre, in alpeggio all’Azzarà, Comune di Pramollo.

 Nonostante per Francesca la prima stagione in alpeggio non sia stata facile, ora è quello il posto dove vorrebbe stare sempre. Seduta sui monti, circondata dai suoi animali, spesso con i suoi figli vicini, sente di essere nel posto giusto, di avere fatto la scelta giusto, capisce di aver fatto bene ad aver assecondato il richiamo delle sue radici profonde.

Sul profilo instagram di questa grande donna, nella bio, ci sono tre frasi unite: per amore, per passione, per la vita!

Ho apprezzato e ammirato questa donna, la sua tenacia e soprattutto la sua storia che mi dimostra ancora una volta che “radici profonde non gelano mai” e che, se sei legato al territorio in cui sei nato e cresciuto, non riesci ad abbandonarlo!

“Io vedo che ci sono tanti giovani che hanno il desiderio di tornare in montagna come noi, spero che resti la possibilità di poterla vivere come vogliamo, senza faticare troppo, con delle agevolazioni perché ci vuole tempo e non basta solo il sostegno delle famiglie”.

Sono queste le parole su cui lancio una riflessione, sono le parole con cui ho concluso la mia bellissima chiacchierata con Francesca, che dopo avermi saluta è tornata con il suo tridente in mano e ha finito di governare i suoi animali.

Di grandi donne come lei il mondo ha bisogno!

Cinzia Dutto

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