Attualità - 20 ottobre 2023, 12:12

Bob, si riaccende il sogno olimpico. Cirio: "Partita aperta". Il sindaco di Cesana: "Noi a disposizione" [VIDEO]

Roberto Vaglio: "Siamo l'unico impianto di bob funzionante in Italia, ma non dobbiamo ripetere gli errori del 2006". E chiede la riduzione dei costi. Il governatore: "Il Piemonte farebbe risparmiare i contribuenti, il Paese"

Uomo che parla in primo piano

Il sindaco di Cesana, Roberto Vaglio, non rinuncia all'ipotesi di ospitare le gare di Bob delle Olimpiadi invernali 2026

Non si spegne la fiamma del sogno olimpico. A tenerla viva, in Piemonte, è innanzitutto il sindaco di Cesana Torinese, che spera ancora di poter ospitare le gare delle Olimpiadi invernali del 2026 di bob. Ma ad appoggiarlo, in prima linea, c'è soprattutto il Presidente della Regione Alberto Cirio.

Cirio ci crede: "Pista pronta in un anno"

"Abbiamo il dovere di crederci, oggi presenteremo un dossier a cui ha collaborato anche il Politecnico", ha spiegato il governatore del Piemonte. "La nostra è una soluzione che permetterebbe di recuperare la pista di bob in un anno", ha aggiunto. Poi il governatore ha toccato il tema dei fondi: "Il Piemonte farebbe risparmiare i contribuenti, il Paese". "Se ci credo? Si, ma non dimentico che stiamo provando a recuperare quello a cui qualcuno anni fa ha scelto di non avere", ha concluso. In ultimo Cirio ha mandato un messaggio a Beppe Sala, sindaco di Milano: "Non ha particolare simpatia per il Piemonte…", alludendo alla reticenza del primo cittadino milanese ad abbracciare la causa di Cesana.

Vaglio: "Il nostro è l'unico impianto di bob funzionante in Italia"

"Noi - ha detto il primo cittadino di Cesana, Roberto Vaglio - rimaniamo l’unico impianto di bob funzionante in Italia. Siamo a disposizione”. La via indicata dal sindaco è quella della ristrutturazione: "Ci sarebbero anche delle innovazioni importanti da applicare su questa nostra pista, innovazioni che ci consentirebbero di ridurre le spese di gestione", ha affermato. Nei prossimi giorni verrà presentato uno studio di fattibilità. Poi un comitato tecnico scientifico deciderà come impostare il bando di gara, quanti soldi investire per evitare che vada deserto.

"Non ripetiamo gli errori del 2006"

Il sì c’è, dunque. Ma è legato a una condizione. Una diversa gestione futura, più oculata. Che consenta di non ripetere gli errori del post 2006. “Non vorremo trovarci in quella situazione: non solo per noi ma per l’economia delle nostre Valli e per l’economia del nostro Paese. Il Paese non può spendere dei milioni di euro per avere poi un impianto abbandonato a se stesso”.

Andrea Parisotto

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