Conclusi i lavori di rifacimento del tetto dell’incubatoio ittico di Valle che si trova a Perosa Argentina, all’interno del Parco Gay e ospita la riproduzione di trota fario mediterranea e trota marmorata, fino allo stadio di avannotti, piccoli pesci da immettere nei torrenti.
I lavori hanno avuto un costo complessivo di quarantamila euro, trentamila dei quali a carico del Comune di Perosa Argentina, proprietario dell’immobile, e diecimila finanziati dalla Città Metropolitana di Torino.
“I lavori si erano resi necessari per l’usura del tempo, ma principalmente per i danni causati dal vento lo scorso inverno” sottolinea il sindaco di Perosa Argentina Nadia Brunetto.
L’incubatoio ittico di Perosa Argentina fa parte di un insieme sinergico di strutture che si occupano di ripopolare il bacino del Chisone: a Perosa Argentina e Perrero sono gestite dall’Associazione Pescatori Valli Chisone e Germanasca che cura il ripopolamento del torrente Germanasca e del tratto del Chisone a monte di Pinasca, vi è poi una terza struttura a Porte che si occupa della gestione del basso tratto del torrente Chisone, ma anche del Lemina e del Chisola.
“Il nostro tratto di competenza parte dal ponte sul Chisone all’altezza di Inverso Pinasca, e risale le Valli fino alle sorgenti del Chisone e del Germanasca – precisa Nicolò Refourn, presidente dell’associazione Pescatori Valli Chisone e Germanasca – nell’incubatoio di Perosa incubiamo le uova, che rimangono fino allo stadio di avannotti, quando poi saranno pronti per essere immessi in libertà, nei torrenti. Si tratta di uova di due specie di trota diverse, trota fario mediterranea e trota marmorata”.
La riproduzione delle trote
In natura le femmine di trota vanno a deporre le uova (periodo denominato anche ‘fregola’) nel greto del torrente, andando a ripulire la parte sabbiosa dell’alveo; successivamente, i maschi vanno a deporre lo sperma, si tratta dunque di una fecondazione che avviene esternamente al corpo dell’animale.
“Da noi il periodo della riproduzione comincia all’incirca a novembre, ci accorgiamo che le femmine sono ‘pronte’ perché le loro pance si presentano belle gonfie e morbide, e così possiamo procedere con una leggera spremitura manuale, che ci consente di ottenere le uova; i maschi spesso sono pronti già dal mese di agosto, e funziona più o meno allo stesso modo – spiega Refourn –. E così fecondiamo manualmente le uova: lo scorso mese di dicembre, sono state 180mila uova della specie fario mediterranea, e 135mila di trota marmorata; la produzione varia di anno in anno, a seconda di svariati fattori, primo fra tutti temperatura e condizioni climatiche”. Una volta che si arriva allo stadio di avannotti, praticamente dei piccoli pesci, questi vengono rilasciati in diversi tratti del torrente per evitare l’ibridazione.
Il progetto di una riserva
Nei prossimi mesi, è in arrivo una novità per incrementare l’offerta turistica delle Valli “Già abbiamo dato vita ad una zona di pesca no-kill – ricorda Refourn –. Ora abbiamo in progetto di realizzare una riserva di pesca turistica, che sarà popolata da esemplari di trota iridea, la classica trota da allevamento che si trova comunemente in commercio per il consumo. Il progetto è ancora in fase di definizione, ma indicativamente un biglietto darà diritto alla pesca di quattro trote; verrà fatto in una zona facile da raggiungere e da percorrere, e dove sarà anche più facile pescare, così da permettere a pescatori più anziani, oppure principianti o inesperti di dilettarsi con successo nella pesca, e l’intenzione è quella di inserire la nuova attività all’interno di veri e propri pacchetti turistici che coinvolgano le altre attività presenti in zona, come ad esempio il Volo del Dahu, altri sport oppure offerte di tipo enogastronomico”.