Il Gruppo Alpini di Perosa Argentina conta più di novant’anni di storia, anche se la memoria storica scarseggia, ma fra i soci è vivo un grande senso di appartenenza e identità, che si rinnova ogni anno nella tradizionale festa sul Monte Bocciarda.
“Non abbiamo tanta memoria storica, nel senso che sono poche le nozioni scritte. Custode di buona parte della nostra storia è stato Gianfranco Negro, capogruppo dall’8 dicembre 1992 all’8 dicembre 2004 quando ha terminato il suo mandato ed avendo raggiunto i 75 anni di età, come da regolamento sezionale non ha più potuto ricandidarsi, ma all’unanimità è stato nominato capogruppo onorario, fino alla sua scomparsa. – racconta Livio Peyronel, capogruppo dal 2009 ma parte del direttivo da molti più anni –. Essere Alpini per noi significa partecipare alla vita della comunità, ed andare a prestare la nostra opera laddove ci sia bisogno di aiuto, per noi questo è semplicemente normale. Ma anche trovarci a fare cena, e fare festa assieme”
La loro ‘casa’ è la sede di via Montegrappa, acquistata e ristrutturata grazie ai sacrifici materiali dei soci.
Nel corso degli anni, sono stati molti i soci Alpini che hanno partecipato volontariamente alle iniziative volte ad aiutare le popolazioni colpite da calamità naturali, come alluvioni e terremoti, non solo nella nostra Regione, ma anche nel resto d’Italia.
La storia
Il Gruppo Alpini di Perosa Argentina è stato costituito nel 1931, come parte integrante del Gruppo Val Germanasca. L’inaugurazione è avvenuta il 17 maggio, data che ha visto sul territorio perosino anche un’imponente manifestazione dei Fasci Valligiani, e la concomitante inaugurazione del campo sportivo, delle sedi del Fascio e del dopolavoro, e dell’illuminazione pubblica.
Il primo capogruppo fu il tenente Arturo Coucourde, che dopo pochi mesi, a causa di una malattia, lasciò l’incarico al socio Giovanni Fratnik. Nel 1934 venne eletto Capogruppo Eligio Moschetto.
Domenica 29 settembre 1935, un corteo attraversò tutto il paese fino a confluire in Piazza Vittorio Emanuele III (l’attuale Piazza Marconi) dove, con una cerimonia solenne, il Parroco Don Barral benedì il gagliardetto del Gruppo, alla presenza di Padrino e Madrina, Signora Elsa e Cav. Uff. Ing. Arturo Gütermann.
Le notizie si interrompono fino al 1949 quando, per opera di alcuni soci residenti a Torino, il Gruppo si ricostituì sotto la sezione di Torino (nel frattempo la sezione di Pinerolo ancora non aveva ripreso l’attività) e venne intitolato a M.A.V.M. Enrico Gay.
Capogruppo venne eletto Guido Bertalmio, che restò alla guida fino alla fine del 1952, poi dal 1953 al 1969 Emanuele Tron e a seguire Mario Galbiata.
Nel 1982, venne suggellato il gemellaggio con il Gruppo Alpini ‘Sotto il Monte Giovanni XXIII’.
Il 28 ottobre 1990, venne convocata un’assemblea straordinaria e tramite votazione venne deciso di aderire alla Sezione Ana di Pinerolo, che nel frattempo aveva ripreso l’attività.
Il 30 maggio 1993, in occasione dei festeggiamenti per il sessantesimo anniversario di attività, l’allora sindaco Renzo Furlan consegnò un piatto con medaglia d’oro ‘in segno di riconoscimento per tanti anni di fruttuosa attività.
Il 12 settembre 1997, in occasione del sessantaseiesimo anniversario di attività, il Gruppo Alpini Enrico Gay ricevette dal Comune la medaglia d’oro numero 7 quale segno di riconoscenza e ringraziamento per l’opera altamente meritoria svolta dal Gruppo con l’esempio di elevate virtù civiche espresse nei confronti dell’intera cittadinanza.
Il 16 settembre 2001 si tennero i festeggiamenti per il settantesimo anniversario.
La tradizione della Bocciarda
È in una giornata di primavera del 1986 che affondano le radici della festa più caratterizzante, quando ad un giovane perosino del Gruppo Alpini di Perosa Argentina, guardando la bellezza delle montagne che lo circondavano, venne l’idea di organizzare una festa su una di queste montagne, con l’intento di valorizzarne la bellezza, ma anche di creare un’occasione di festa e di spirito di gruppo per perosini, valligiani, villeggianti e turisti di passaggio, e comunicò l’idea al Gruppo, così alla fine venne scelto il Monte Bocciarda, poco più di duemila metri di altitudine, sul versante destro salendo la Val Chisone da Perosa verso Roure.
“Riuscì nell’intento, perché da allora non abbiamo mai mancato un solo anno di festa sul Monte Bocciarda” commenta Peyronel.
Vennero fatti dei sopralluoghi: il luogo si presentava accessibile da tre diversi sentieri in poco più di due ore di marcia, era presente anche una bergeria per ripararsi “e soprattutto c’era l’acqua. La fontana ha ancora tenuto anche quest’anno, poi speriamo arrivino piogge a risolvere questa siccità” sottolinea con preoccupazione Peyronel.
Ciò che all’epoca ancora mancava, per una vera festa degli Alpini, era una croce: un’opera laboriosa, che vide il coinvolgimento di tanti soci e amici, e così una croce in metallo alta circa due metri e dal peso di circa 200 chili venne realizzata ed i suoi tronconi, il cemento, le attrezzature ed i materiali necessari per l’ancoraggio ed il montaggio vennero trasportati lungo i ripidi sentieri; la croce fu posizionata sulla Punta Saracina, a duemiladuecento metri di altitudine, ed è visibile quasi ad occhio nudo da Perosa e dalla Valle.
Così ebbe luogo la prima domenica di luglio del 1986 la prima festa degli Alpini sul Monte Bocciarda, con la Santa Messa celebrata da don Pasqualino.
Dopo i primi anni la festa venne spostata dalla prima alla terza domenica di luglio, per evitare feste concomitanti, ed anche confidando in temperature più miti, in quanto spesso la festa si protrae fino a tarda notte e, nel corso delle generazioni, ha segnato per molti giovani la prima notte fuori casa, trascorsa in tenda.
Presto, il motto degli Alpini di Perosa divenne “Con la pioggia o con il sereno, sul Monte Bocciarda noi ci saremo!”. “Mai nessun tempo ha fermato la nostra festa, in effetti. E neppure la pandemia” conferma Peyronel.
La pandemia ha però fermato i festeggiamenti per il Novantesimo anniversario dalla fondazione, che avrebbero dovuto tenersi nel 2021 “Così abbiamo festeggiato con un anno di ritardo, lo scorso mese di giugno – ricorda Peyronel, che nel corso degli anni ha potuto osservare dei cambiamenti – Qualche nuovo giovane si è aggregato al Gruppo, ma la gioventù scarseggia. E poi c’è da dire che la burocrazia ha cambiato tutto, e in peggio: una volta fare una festa era davvero semplicemente fare festa... Adesso ci sono tante di quelle norme da osservare, e tante responsabilità da assumersi, che allontanano le persone, giovani ma anche più mature, dal partecipare e soprattutto ricoprire ruoli importanti”.