“È come sposarsi”: ha usato una battuta, monsignor Roberto Repole, per presentarsi e aprire ufficialmente la propria era come nuovo arcivescovo di Torino e Susa. Oggi pomeriggio alle 15.30, nel duomo di Torino in piazza san Giovanni, l'erede di Cesare Nosiglia riceverà infatti l'ordinazione episcopale davanti a una folla composta da religiosi e fedeli.
Le sfide dentro e fuori la Chiesa
Repole, ordinato sacerdote quasi 30 anni fa e docente di teologia, dopo aver ripercorso la propria carriera ha indicato quali saranno gli impegni principali del suo arcivescovado: “Sono consapevole - ha spiegato – delle sfide da affrontare sia dentro che fuori la Chiesa. La prima, quella interna, riguarda la nostra struttura: per secoli abbiamo sovrapposto la cristianità all'appartenenza civile ma oggi non è più così e per questo dobbiamo rimodellarci sulla base del presente. Quella esterna richiede la capacità di vivere in una società pluralista, non solo dal punto di vista religioso, senza rinunciare alla nostra identità ma avendo la capacità di dialogare e confrontarsi con tutti e senza paura”.
Il rapporto con Torino
Un altro tema caro al nuovo arcivescovo, così come al proprio predecessore, riguarda Torino e i suoi cittadini: “Viviamo – ha proseguito – in una società complessa, anche grazie allo sviluppo scientifico e tecnologico, ma alla complessità non si può far fronte con la superficialità: non sarò un vate ma serve un pensiero profondo, consapevole dell'esistenza di persone con più competenze di me in alcuni ambiti. Guardando alla nostra città, dobbiamo far fronte alla disuguaglianza sociale ampliata negli ultimi decenni a causa della crisi dell'industria e del lavoro facendo sì che la globalizzazione non renda qualcuno sempre più povero e qualcuno sempre più ricco”.
“Diamo un senso alla vita dei giovani”
In chiusura, Repole ha rivolto un appello di vicinanza ai giovani: “Dobbiamo prendere a cuore – ha concluso - la possibilità di dare un senso alla loro vita, minata non solo da povertà materiali ma anche psicologiche e spirituali. Gli adulti, da questo punto di vista, devono sentire una grande responsabilità nel contribuire a fargli capire quanto sia bella e avvincente, per essere animati da fiducia e speranza e non da paura; anche gli anziani, con la loro sapienza di vita, possono fare molto”.
Il sindaco Lo Russo: "Dobbiamo garantire a tutti più benessere con il Suo aiuto, questo compito lo affronteremo al meglio"
"Abbiamo un lungo cammino da compiere, sfide importanti da affrontare. Oa oggi saremo impegnati a farlo avendo come importante riferimento la Sua presenza - commenta il sindaco Stefano Lo Russo dando il benvenuto a monsignor Repole -. "Dobbiamo stare sul campo per rendere credibile un nuovo modello sociale: partecipativo e solidale. Certamente, Eccellenza, la sua formazione, il suo impegno teologico ci offrirà nuovi orizzonti della conoscenza che di sicuro saranno molto utili alla nostra comunità. Abbiamo il compito di garantire a tutti più benessere e prosperità, abbiamo fiducia che, con il Suo aiuto, questo compito lo affronteremo al meglio".