Benzina alle stelle, elettricità sempre più cara e Gtt in ginocchio. L'azienda che gestisce il trasporto pubblico a Torino sta facendo letteralmente i salti mortali per garantire il servizio nonostante un aumento vertiginoso dei costi.
Costi sempre più alti per garantire il servizio
Con la situazione in continua evoluzione, sono in corso continue proiezioni di scenari, ma quel che è certo è che l'azienda si ritroverà per prima a dover spendere molto di più rispetto al passato. Il rischio concreto è quello di dover sborsare 10 milioni di euro in più solo di gasolio. Una cifra esorbitante, se si considerano i ricavi pressoché invariati, ma che non tiene ancora conto dell'elettricità, con costi stimati in rialzo del 50% rispetto a qualche mese fa. Eppure, nonostante i rincari, la volontà è quella di non scaricare i costi sulla clientela: "Non aumenteremo il costo del biglietto" affermano da Gtt. La volontà è anche quella di non procedere con tagli e riduzioni di servizio, ma di agire internamente per far fronte a difficoltà oggettive senza però penalizzare i consumatori.
Sempre più torinesi sui mezzi pubblici
Intanto sempre più torinesi scelgono il mezzo pubblico al post dell'auto - bus, tram o metro che sia - per spostarsi in città. Il 16 marzo 2022, la metropolitana ha toccato il 75% della capienza, con 121.000 passeggeri. Un numero decisamente superiore rispetto al 27% toccato nello stesso giorno del 2021 e al 9% del 2020, in pieno lockdown. Il trend è comunque in crescita anche nell'ultimo mese con la media di utilizzo del 56% rilevata a metà gennaio, cresciuta al 65% a febbraio fino ad arrivare al 75% attuale.