Regione - 03 febbraio 2022, 17:27

Legambiente lancia l'allarme: “Piemonte 9° per ecoreati e 5° per illegalità nel ciclo dei rifiuti”

Il Rapporto Annuale sulle Ecomafie illustra una situazione non rosea: con 1326 reati e 569 infrazioni la nostra regione la più a rischio del nord Italia

rapporto ecomafia 2021

Legambiente lancia l'allarme: “Piemonte 9° per ecoreati e 5° per illegalità nel ciclo dei rifiuti”

Il Rapporto Annuale sulle Ecomafie di Legambiente, presentato alla Fabbrica delle E del Gruppo Abele a Torino, ha illustrato una situazione tutt'altro che rosea per il Piemonte: la nostra regione, infatti, si trova al 9° posto per quanto riguarda gli ecoreati e al 5° per le illegalità riscontrate nel settore del ciclo dei rifiuti.

Dati preoccupanti e peggiorati durante la pandemia

In particolare, il Piemonte è 5° per i reati previsti dalla legge 68 del 2015 (63, con 126 persone giuridiche e 47 persone denunciate), 8° per la corruzione ambientale (con 14 inchieste, 48 persone arrestate, 32 denunciate e 35 sequestri effettuati) e 5° nelle illegalità legate al ciclo dei rifiuti (il 6,8% del totale nazionale con 569 reati, 524 denunce, 148 sequestri e nessun arresto); nella classifica delle provinceCuneo ha invece raggiunto un poco lusinghiero 17° posto.

Questo quadro preoccupante ha subito un peggioramento dall'inizio della pandemia e sotto la lente di ingrandimento, in futuro, ci saranno soprattutto le risorse in arrivo grazie al Pnrr: “A livello nazionale - ha spiegato il presidente di Legambiente Stefano Ciafani – i controlli sono diminuiti del 17%, con un relativo aumento dei reati del 12% e degli arresti del 14%. Durante la crisi le ecomafie si sono organizzate e hanno fatto grandi affari: entro il 2026 in Italia verranno spesi 220 miliardi di euro, finalmente partiranno molti cantieri legati alla transizione ecologica ma dovremo intensificare i controlli per evitare infiltrazioni illegali”.

Il ruolo delle istituzioni, delle forze dell'ordine e della magistratura

Sul territorio piemontese, la situazione è monitorata anche dalle istituzioni in sinergia con le forze dell'ordine e la magistratura: “Anche se la nostra attenzione - ha commentato il presidente della Commissione Legalità del Consiglio Regionale Giorgio Bertola – è spesso totalmente catturata dalla pandemia, il focus sul tema resta attivo perché la criminalità organizzata non va mai in lockdown: a preoccuparci, in particolare, sono i dati relativi al ciclo dei rifiuti”.

Un ruolo importante è quello svolto a Arpa: “Abbiamo comminato – ha sottolineato il direttore regionale Angelo Robotto – oltre 1300 sanzioni amministrative e segnalato più di 1200 notizie di reato: i controlli vanno realizzati non solo su chi produce e gestisce i rifiuti ma anche sulle emissioni in atmosfera, sulle attestazioni energetiche e su chi falsifica le certificazioni dei pellet creando inquinamento. I 6 milioni di euro incassati potrebbero essere investiti in azioni concrete ma, al momento, restano fermi in bilancio perché non esiste una norma su come utilizzarli”.

Marco Berton

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