Suona la campanella e migliaia di studenti torinesi tornano in classe. Tra paura e polemiche, il mondo della scuola prova l'ennesima ripartenza condizionata dal Covid. Nonostante l'appello dei presidi di rinviare di due settimane l'apertura delle scuole, il Governo ha infatti scelto di ripartire.
E questa mattina, dalle 8:15 circa, gli studenti dell'istituto comprensivo Tommaseo, accompagnati da genitori, hanno sfidato il freddo e con le mascherine a coprire il viso sono tornati in aula.
Rientro in classe, il genitore: "Siamo tranquilli e la bimba è felice"
"Torniamo, ma c'è la preoccupazione che il virus continui a correre", ha spiegato Luca Spina, genitore di una bambina che frequenta la 3C. "Come genitore sono tranquillo perché questa scuola rispetta tutti i parametri di sicurezza previsti, ci sentiamo tranquilli. Il ruolo degli istituti è fondamentale", ha ribadito il padre, tenendo per mano la figlia.
"La bambina? E' contenta di rientrare, non vedeva l'ora" ha aggiunto Spina. Il genitore ha commentato lo stop richiesto da presidi e medici, in favore della Dad: "Vale la pena fare un tentativo, rientrare e vedere come va: nel caso andasse male, si prenderanno i provvedimenti dovuti".
La preside della Tommaseo: "Stiamo facendo miracoli"
Chi in questi giorni di "ferie" ha lavorato per garantire un ritorno in classe in sicurezza, sono i dirigenti scolastici. “Le scuole stanno facendo i miracoli. Al momento non abbiamo comunicazione di defezioni di docenti: da due o tre giorni lavoriamo per coprire i buchi, allertando gli insegnanti che potevamo. Gli insegnanti di ruolo faranno straordinari se ce ne sarà bisogno, ma al momento nessuno ci ha comunicato defezioni", afferma Lorenza Patriarca, dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo ‘Niccolò Tommaseo’ di Torino "Ma siamo sfiniti e per questo alcuni miei colleghi arrivano a dire chiudiamo le scuole, cosa che per un preside è la cosa peggiore che possa esserci. Io non lo direi mai e non ho firmato l’appello dei giorni scorsi, ma obiettivamente sul piano organizzativo le scuole fanno da sé perché le indicazioni sono molto generiche”.
Il 7% non è tornato in classe
Sono 1.300 gli alunni tra scuola primaria e secondaria che oggi avrebbero dovuto tornare in classe. Di questi, tra positivi e bimbi in quarantena, oltre 100 rimarranno a casa. "Siamo circa al 7-8% di defezioni in questo primo giorno: la media è circa di 2 per classe, ma abbiamo situazioni con 4 alunni assenti".
La paura che i contagi tornino a crescere e implichino una chiusura delle scuole in favore della Dad è reale. "Il problema esiste, esiste la paura del contagio: i bambini per la maggior parte non sono vaccinati". Un momento da tenere sotto controllo è quello del pranzo: "Nello stesso luogo abbiamo bimbi senza mascherina che mangiano. In quel momento, ci fosse in classe un positivo, il rischio che contagi i compagni esiste”. Per quanto riguarda le mascherine Ffp2 la Patriarca ha spiegato che “non ci sono ancora arrivate, inizialmente il termine per segnalare il numero richiesto era il 4 di gennaio, poi è stato posticipato al 10. Finché non parte la segnalazione, non le inviano: noi ne avevamo già alcune".
Le richieste dei sindacati
Intanto, le organizzazioni sindacali Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua del Piemonte hanno chiesto un monitoraggio della situazione sanitaria, la distribuzione gratuita delle mascherine Ffp2 e il via alle procedure di utilizzo in altri compiti di sostituzione del personale docente e Ata non vaccinabile per motivi di salute, oltre alla convocazione di una tavolo regionale dedicato alla ripresa dei lavori.