“Gli ultimi sviluppi della vicenda Caffarel sono molto preoccupanti. Dagli iniziali 90 esuberi dichiarati siamo passati alla cassa integrazione per tutti i 328 addetti e per 12 mesi e la vendita della fabbrica", dichiara in una nota la deputata torinese della Commissione Lavoro Jessica Costanzo (L’Alternativa C’è).
"Ritengo doveroso - afferma Costanzo - data la storicità del marchio Caffarel e il grande indotto generato in Val Pellice, che Governo e Regione Piemonte esperiscano tutte le strade possibili per evitare i licenziamenti e la chiusura della fabbrica. Va poi attenzionato il rapporto con Lindt: Caffarel è soggetta ogni anno a «commissioni di management» e «commissioni per uso delle licenze» da versare per vari milioni all’anno alla controllante di Kilchberg".
"Se è vero, come affermato, che c’è stato un calo di vendite dovuto alla pandemia, credo che prima di parlare di licenziamenti occorra avviare una riqualificazione del personale e incentivare la trasformazione digitale che faccia fronte alla crisi economica del gruppo Caffarel senza pregiudicare posti di lavoro", conclude Jessica Costanzo.