Un intero settore che ruota intorno a un "Sì". Certo, per il comparto del wedding (matrimoni e cerimonie) non è una novità, ma in questo caso non si attende una sposa in ritardo o uno sposo timido. Il sì è quello alla ripartenza, che arriverà soltanto con l'avvento della zona bianca, prevista per il 15 giugno.
Per il Piemonte, si tratta di un comparto che conta 38 mila imprese e quasi 113 mila addetti. E se nel 2019 in Piemonte sono stati celebrati 12.306 matrimoni, nel 2020 - causa Covid - se ne sono celebrati solo 7.098 con un crollo del 42,3% (-5.208). Una mazzata, per tutto il comparto.
Anche perché il matrimonio non è solo il ricevimento, dunque il catering e i camerieri. Si stima che, attorno a una cerimonia, ruotino almeno 30 professionisti che vanno dai wedding planner alle agenzie di service, di eventi, di viaggi, di organizzazione di cerimonie, e dai produttori di bomboniere si passa per i sarti, i parrucchieri, gli estetisti, i fioristi, gli orafi, i fotografi, gli autisti, si arriva ai cuochi, ai camerieri, e ai gestori di ristoranti e dimore e si conclude con i musicisti di ogni genere e gli organizzatori di spettacoli e di intrattenimento.
Un piccolo esercito, che si muove a ogni evento da organizzare. “Il settore del wedding, anche in Piemonte, ha subito pesanti effetti della crisi Covid-19 a causa dei provvedimenti introdotti per il contenimento del virus – commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – inoltre le imprese operanti in questo segmento sono state ulteriormente penalizzate, seppur con intensità differenti, dal crollo di eventi, congressi, fiere e delle attività culturali e di attrazione turistica”.
“Il settore ha bisogno di lavorare e incassare, anche per disinnescare la bomba ad orologeria sociale attivata con lo sblocco dei licenziamenti – continua Felici – soprattutto per il settore matrimoni, infatti, questo è il periodo cruciale”.
Sulla base delle rilevazioni di Confartigianato Imprese, molti dei settori rientranti nel perimetro del settore del wedding figurano tra quelli che nel 2020, rispetto all’anno pre-crisi (2019), hanno registrato cali di fatturato delle MPI superiori a quello medio del -25,5%: trasporto persone (-73,8%), pasticcerie (-36,7%), moda (tessile, abbigliamento, calzature, occhiali e gioielleria) (-35,9%), comunicazione: grafici e fotografi (-33,7%) e area benessere (acconciatori ed estetica) (- 33,6%). "Un settore in caduta libera – conclude Felici – Dal lungo elenco di attività si capisce però quanto sia importante il peso economico del comparto sull’economia del territorio".