Cultura e spettacoli - 04 luglio 2020, 15:25

Allasino e il ritorno alla musica dal vivo tra shock e nuove speranze

Il musicista lusernese racconta i mesi di lockdown ma anche le incognite e le speranze per la ripartenza

Da sinistra Peyretti e Allasino

Da sinistra Peyretti e Allasino

«Se negli anni passati non avessi fatto la formica, il lockdown sarebbe stato drammatico» Enzo Allasino, lusernese, è una di quelle persone che viveva di concerti, spettacoli nei locali e intrattenimenti alle feste e che di punto in bianco ha visto saltare tutti i suoi impegni lavorativi a causa del rischio di contagio. Alla ripresa degli spettacoli dal vivo, usa come metafora la favola di Esopo per spiegare ciò che ha vissuto negli ultimi mesi e intravede nuove strade per la sua professione: «Mi auguro che quel che abbiamo passato aiuti noi musicisti ad essere più consapevoli». Cinquantasettenne, suona da quando aveva 13 anni e il suo talento emerse in chiesa: «Facevo il chierichetto e prima delle funzioni mi cimentavo a suonare l’organo. Fu il parroco ad accorgersi che avevo orecchio». Poi la scuola di musica - sostenuto dalla madre - la passione per i Genesis, l’incontro con altri giovani musicisti, i primi gruppi, le cover hard rock ma anche la musica revival e il liscio, fino all’incontro con Massimo Crespo e alla nascita della loro orchestra specializzata in serate danzanti e partner di Sonia De Castelli.

«Abituato a suonare tutte le sere, le prime settimane di lockdown sono state scioccanti: era il periodo di Carnevale in cui sono fitti i miei impegni – ricorda Allasino –. Per un po’ ho continuato a sperare che il blocco finisse presto ma poi hanno cominciato a fioccare le chiamate dei locali e delle associazioni che rimandavano gli eventi». Dall’attesa è passato quindi alla rassegnazione: «Allora ho ricominciato a studiare nuovi brani, a suonare per me stesso e per mia moglie e sono riuscito anche a incidere dei pezzi». L’obbligo di fermarsi diventa quindi un’opportunità: «Come in “La bella tartaruga” di Bruno Lauzi, ho capito che il dramma era anche un’occasione buona per fermarsi. Ho scoperto che poter suonare senza dover controllare l’orologio perché si hanno degli impegni, è la condizione migliore per imparare. La rilassatezza conta moltissimo». In quei mesi Allasino ha potuto fare il punto anche sull’attrezzatura che aveva accumulato in decenni di attività: «Mi sono occupato del furgone, della casse, dei mixer, facendo manutenzione; ho pure lucidato i cavi. Mi sono così accorto che avevo strumentazione sotto utilizzata e che spesso non è necessario acquistarne di nuova. Ho provato soddisfazione per ciò che avevo».

Nel frattempo il desiderio di suonare è cresciuto e ora, che riprendono lentamente le occasioni per suonare dal vivo, bisogna inventarsi un mondo e non temere le incognite. «Solitamente facevo circa 200 serate l’anno, in alcuni giorni riuscivo a suonare anche in due eventi diversi. È stato quindi uno shock anche dal punto di vista economico, ora infatti facciamo circa il 10/15% dei servizi di prima» rivela Allasino. Intanto è ripartito con il piano bar: «Al posto di tutta l’orchestra, ci sono solo io con la fisarmonica e la cantante. Non si tratta più di far ballare la gente ma di creare spettacoli in cui il pubblico possa mantenere le distanze». Niente da fare, inoltre, per le feste di paese che rappresentavano un buon introito per il musicista: «Già boccheggiavano prima, ora le Pro loco temono il rischio di contagio durante le feste e non possono più contare sulle risorse degli sponsor che raccoglievano in primavera».

Allasino è ben consapevole tuttavia che ci sono musicisti che devono ancora aspettare per la ripartenza e categorie professionali forse più sfortunate: «Il problema maggiore è per i musicisti che dipendono da un gruppo, loro stanno subendo il danno maggiore. D’altronde, però, ricominciando a girare nei locali mi rendo conto che c’è un’altra categoria professionale che sta pagando un duro prezzo: quella delle cameriere. Il personale pare pressoché dimezzato». Ma il musicista è speranzoso e oltre alla ripresa del piano bar, è soddisfatto di una nuova esperienza: «Ho partecipato alla prima puntata di Casa Peyretti, trasmissione musicale di Rete 7 che Enrico prepara da casa sua qui a Luserna. È stato un successo: il giorno successivo ho ricevuto circa 500 whatsapp di complimenti».

Elisa Rollino

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