Scuola e formazione - 16 giugno 2020, 10:36

Cancellata la monoclasse alla primaria di Angrogna: «Una scelta inconcepibile»

Le proteste di genitori e Comuni per una decisione che complica l’attività didattica nella scuola di montagna

Cancellata la monoclasse alla primaria di Angrogna: «Una scelta inconcepibile»

L’ufficio scolastico regionale ha cancellato la monoclasse di Angrogna. Una decisione che ha fatto sollevare i genitori e il Comune e rischia di creare non pochi problemi all’Istituto comprensivo Rodari di Torre Pellice, cui la piccola scuola di montagna fa capo.

La notizia del taglio è arrivata il 9 giugno all’Istituto comprensivo, quando sono stati comunicati gli organici di diritto per il prossimo anno scolastico, ed è stata riferita al Consiglio d’Istituto il giorno seguente.

L’eliminazione della monoclasse comporta anche la perdita di due docenti. Ma sono i numeri a non tornare per i genitori e il Comune.

L’anno scorso alla primaria di Angrogna c’erano due pluriclassi da 12 bambini (prima e seconda) e da 14 (quarta e quinta), più la monoclasse da 9 (terza). In totale 35 alunni contro i 36 di quest’anno, perché 34 sono già iscritti e 2 si iscriveranno.

«Praticamente abbiamo un bambino in meno di quando ci avevano concesso la monoclasse, allora infatti erano 37 – lamenta il sindaco Mario Malan –. È una scelta inconcepibile, fatta senza spiegazioni e in un momento delicato». Il Comune stava ragionando su come dividere i ragazzi in base alle nuove norme di distanziamento sociale e un ulteriore accorpamento, con un taglio di docenti, rischia di complicare molto la situazione: «L’Istituto comprensivo ci ha già detto che avrà difficoltà a garantire le ore di lezione con l’organico a disposizione».

Il sindaco si è quindi mosso, scrivendo all’Ufficio scolastico regionale e ha contattato anche la Regione - «anche se non è una materia di sua competenza, speriamo possa darci una mano a risolvere il problema». Parallelamente anche i genitori, che compongono il Consiglio d’Istituto, si sono mossi con una lettera, chiedendo di rivedere questa decisione: «Siamo sconcertati e indignati per la scelta operata dall’Usr, ancor più viste le problematiche causate dall’emergenza sanitaria creata dal covid-19 che imporrebbe di diminuire il numero di bambini/e per classe e/o di individuare locali più grandi per garantire il distanziamento fisico. L’Usr non ha sicuramente tenuto conto del contesto architettonico di questa scuola di montagna e, inoltre, la decisione presa è assolutamente in antitesi con la riorganizzazione che Istituti scolastici e Amministrazioni comunali dovranno affrontare per garantire le attività didattiche in presenza per il prossimo anno scolastico».  

Marco Bertello

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