Attualità - 11 giugno 2020, 13:05

L’Oragiusta lascia il centro di Pinerolo: «Non ci sono le condizioni per lavorare bene»

Il titolare si scaglia contro il presidente della Pro loco: «Ha fatto un golpe e per la città è un danno», ma Maulucci per ora non commenta

Lorenzo Maglione

Lorenzo Maglione

Parole dure, affidate a un volantino, che annuncia la scelta di chiudere per il momento. Lorenzo Maglione, titolare de L’Oragiusta, ha deciso di lasciare il centro di Pinerolo e potrebbe anche vendere l’attività perché «non ci sono le condizioni per lavorare bene».
Sul banco degli imputati c’è il presidente della pro loco Enrico Maulucci e di riflesso il Comune che lo «elogia e lo ringrazia».
Maglione è un fiume in piena e ha preparato un volantino per i pinerolesi, pubblicato anche su una pagina intera di giornale.

Nel volantino Maglione annuncia l’intenzione di chiudere il locale sotto i Portici di corso Torino, all’angolo con piazza Fontana, aperto 10 anni fa e dedicarsi all’area di servizio che gestisce. «Pensavo di aprire solo il sabato sera, in occasione della chiusura della strada, fino a settembre. Ma potrei anche non farlo più e vendere il locale» racconta.

Nel suo volantino punta il dito contro la Pro loco e il suo presidente Enrico Maulucci (area Pd), senza però, nominarlo: «Quando il politico si sposta e si mette in associazioni crea solo danni a discapito di chi lavora nel settore e che deve “combattere” quotidianamente sul campo».

Maglione è stato in Pro loco, ma ha lasciato a gennaio del 2019, per divergenze con il presidente: «Mi sono occupato delle luci del Natale 2018 e abbiamo speso la metà dei soldi e fatto vivere un’atmosfera che Pinerolo, in 10 anni, non avevo ancora visto. E per questo l’attuale presidente mi fa fuori». Nei confronti di Maulucci non usa mezze parole: «Ha fatto un golpe per controllare l’associazione: con la paura di saltare, ha anticipato a dicembre, in silenzio, le elezioni che dovevano essere adesso e ha fatto fuori gli ultimi “3 rompipalle” e si è portato la sua squadra». Un’altra mossa che Maglione contesta è l’intenzione di portare da 2 a 5 anni la durata della carica di presidente, che la Pro loco deve stabilire a fine mese.

Inoltre contesta i pochi eventi organizzati e le modalità. «Il mio locale non fa pagare il coperto, ha prodotti di qualità venduti a prezzi alla portata di tutti e per far tornare i conti deve servire tante persone, quindi ha bisogno di eventi che portino gente a Pinerolo. Avere una Pro loco come questa per una città non è un vantaggio, ma un danno».

Maulucci, dal canto suo, si chiude dietro un no comment e annuncia una risposta dopo la riunione del direttivo.

Mentre il Comune, per voce del sindaco Luca Salvai e del suo vice Francesca Costarelli, ha fornito un’articolata risposta al ristoratore che si chiude così: «A quelli che trovano l’occasione di fare polemica costante, probabilmente per ricercare un pizzico di visibilità in più, diciamo chiaramente che la città non ha bisogno di loro, almeno non in questo momento e non in questi termini».

Ma molti si domandano se l’uscita di Maglione non abbia anche un risvolto politico, visto che il prossimo anno ci sono le elezioni comunali a Pinerolo: «Io sono un professionista del mio settore e mi occupo di questo. Sono stato costretto a fare quel volantino e a denunciare la situazione, perché non va bene».

Marco Bertello

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