La paura deve essere stata tanta, ma ora il momento più difficile è alle spalle. "Adesso sto molto meglio, ma ho avuto sintomi forti un paio di giorni fa". Paulo Dybala ha raccontato come è cambiata la sua vita, dopo l'annuncio della positività al coronavirus (per lui e la findanzata) fatto sabato scorso.
"Ora - ha raccontato a JTv - posso muovermi, camminando e sto provando a fare anche allenamento. Qualche giorno fa, quando provavo a farlo, sentivo un po' di pesantezza". L'attaccante è uno dei tre giocatori della Juve che sono stati colpiti dal coronavirus, dopo Rugani e Matuidi. La ripresa vera degli allenamenti non è certo imminente, quella del campionato ancora meno, per questo l'argentino ha potuto ancora tornare indietro con la mente, ripercorrendo alcuni episodi del suo trascorso in bianconero.
"Non ci ho pensato due volte ad accettare, la prima cosa che ho fatto è stata abbracciare mia mamma", ha ricordato Dybala, ritorando all'estate del 2015. "Me lo ricordo come fosse ieri: ero a casa mia a Palermo, c'erano tante squadre che mi cercavano ma io aspettavo, non chiudevo la porta a nessuno. Un giorno dopo pranzo mi suona il telefono ed era il mio procuratore, preannunciandomi che ci avrebbe chiamato la Juve. Poco dopo parlai con Paratici".
Ed inizò una storia che prosegue ancora, dopo cinque stagioni, con la rete dell'8 marzo contro l'Inter ultima perla di un campionario di gol e prodezze che hanno fatto di Dybala uno dei trascinatori bianconeri nell'ultimo quinquennio.