Richiamare i medici in pensione. E’ questa una delle ipotesi tenute in considerazione da Alberto Cirio per fronteggiare una potenziale emergenza Coronavirus. La misura è già stata annunciata in Lombardia, dove la situazione è certamente più critica, e potrebbe essere adottata anche in Piemonte nel caso la situazione precipitasse.
Ad ammetterlo è lo stesso governatore, a margine della conferenza stampa successiva all’emanazione del nuovo decreto ministeriale che, di fatto, “libera” il Piemonte dalle misure emergenziali: “Dobbiamo essere pronti a gestire un'eventuale emergenza sanitaria” “Per questo motivo - ha poi concluso Cirio - ho fatto predisporre un elenco di tutti i lavoratori in ambito sanitario che negli ultimi anni sono andati in pensione”.
Non positivo il commento del sindacato Nursing up. "Non devono richiamare in servizio i pensionati, ma offrire un piano di assunzioni straordinarie", dice Claudio Delli Carri, segretario regionale per il Piemonte e la Valle d'Aosta.
Le Asl territoriali hanno comunicato a medici, infermieri e al personale sanitario il "congelamento" delle ferie: un segnale inequivocabile di come la tensione rimanga alta.
Intanto, alle ore 10 di stamattina, 2 marzo, è stato aggiornato il bollettino dei malati in Piemonte: i casi risultati positivi al coronavirus “COVID19” sono saliti a 51: 37 ad Asti, 3 a Novara, 6 a Torino, 1 a Vercelli e 4 nel Vco. Di questi, 12 sono ricoverati in ospedale: 6 ad Asti, 3 a Novara e 3 all’Amedeo di Savoia di Torino. Altri 2 pazienti sono ricoverati in terapia intensiva: 1 ad Asti e uno a Vercelli. Sono invece 37 le persone in isolamento fiduciario domiciliare.
Finora sono 375 i tamponi eseguiti in Piemonte, 307 dei quali risultati negativi. Sono in corso di verifica 12 casi. Dall’Istituto superiore di sanità è stato al momento confermato un solo caso, sui 51 complessivi. Per gli altri si attende ancora il responso dello stesso istituto.