Economia e lavoro - 22 novembre 2025, 11:50

Il Piemonte resiste alla crisi, ma il +0,55% del Pil è legato solo a turismo e commercio

Si confermano le sofferenze dell’auto e dell’export. Rambaldi: “Il tessuto tiene, ma bisogna accelerare la transizione”

Un Piemonte combattivo, ma che nonostante le difficoltà riesce ancora a mettere il segno “più” davanti alle sue capacità economiche. Lo dice l’ultima rilevazione PilNow del Pil regionale fatta dal Comitato Torino Finanza presso la Camera di Commercio cittadina.

Il dato parla di un +0,55% rispetto allo stesso periodo del 2024, superiore alla media nazionale (+0,4%) e alla Germania (+0,3), ma inferiore alla dinamica dell'Unione Europea (+1,5%).

Ancora una crescita “zero virgola”

Il 2025 si profila per essere il terzo anno consecutivo in cui il Piemonte registra una crescita "zero virgola", con una stima preliminare annuale di +0,475%. E’ un quadro di crescita modesta, ma non recessiva. 

A sostenere l’andamento sono le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e l’impulso del settore turistico, mentre soffrono le esportazioni e il comparto automotive. 

Ma nonostante il +0,55%, i livelli del Pil a quasi 136 miliardi restano ancora lontani dai 141 del 2007.

Occupazione: quasi +1%

Il settore dell'occupazione regionale registra una crescita tendenziale di quasi un punto percentuale (per la precisione +0,9%), in linea con la media nazionale. Ma sono soprattutto turismo e commercio a trainare (+12%), mentre le costruzioni salgono del 5%. A zavorrare è la manifattura con un -2,4%.

La cassa integrazione, pur riducendosi, continua a pesare sull'economia regionale per circa 0,2 punti percentuali di PIL. Le ore di CIG, se tradotte in termini di forza lavoro inattiva, aggiungono uno 0,9% al tasso di disoccupazione ufficiale del 6,1%, portando il dato complessivo al 7%.

L'export soffre, il turismo compensa

Le esportazioni piemontesi annualizzate registrano un calo significativo del 5%, passando da 62 a 59 miliardi di euro. La flessione interessa in particolare il settore automotive, i beni strumentali e le vendite verso la Germania, mercato tradizionalmente strategico per l'industria regionale. Il tutto mentre a livello nazionale, invece, l'export segna un seppur modesto +1%.

Il turismo, sia estero che nazionale, prova a metterci una pezza e offre un parziale contrappeso: anche nel terzo trimestre è proseguita la tendenza alla crescita e, secondo gli ultimi dati disponibili, le presenze estere sono cresciute del +4,4% nel primo semestre 2025, con un'accelerazione significativa nel periodo estivo (+10% luglio-agosto), mentre il turismo domestico è aumentato del +6,2%.

Credito e inflazione

Il mercato del credito mostra segnali di ripresa: il credito al consumo accelera al +4,7%, sostenuto dalla maggiore fiducia delle famiglie e dal progressivo calo dei tassi di interesse. Anche i prestiti all'economia reale tornano in territorio positivo (+1,5%), mentre l'inflazione media si mantiene sotto controllo all'1,3%, anche se il cibo - per esempio - cresce del 3,5% e quella turistica del 4,4%. 

Il terzo trimestre 2025 – commenta Vladimiro Rambaldi, presidente del Comitato Torino Finanza - conferma la capacità dell'economia piemontese di resistere in un contesto complesso, caratterizzato dalla crisi strutturale dell'automotive e dalla debolezza della domanda estera. La tenuta è garantita dal PNRR, dal turismo e dalla dinamica occupazionale nei settori dei servizi e delle costruzioni. Tuttavia, la crescita "zero virgola" per il terzo anno consecutivo evidenzia la necessità di accelerare la transizione verso nuovi modelli produttivi e di rafforzare la competitività del sistema manifatturiero regionale”.

"I dati ci consegnano la fotografia di un Piemonte combattivo: la nostra regione conferma una capacità di tenuta superiore alle attese, registrando nel terzo trimestre una crescita del +0,55%, un dato che ci posiziona al di sopra della media nazionale (+0,4%). È indubbio che il sistema economico piemontese stia vivendo una fase di profonda trasformazione, che si riflette in un andamento a due velocità. Da un lato, la spinta vitale del turismo e del commercio,  dall'altro, le criticità strutturali che richiedono un intervento di politica industriale serio e coeso”, conclude Gian Paolo Coscia, presidente Unioncamere Piemonte.