Gusto e Gusti - 03 novembre 2025, 19:30

Carlin de Paolo: quattro fratelli e una cantina capace di raccontare un territorio in crescita

Nelle Terre Alfieri, i fratelli Ponte trasformano l’eredità familiare in un progetto vitivinicolo moderno e corale, dove tradizione, qualità e legame con il territorio si fondono in un racconto di rinascita.

Nelle Terre degli Alfieri, lembo di Piemonte ancora fuori dai grandi circuiti del vino ma in piena rinascita, l'azienda Carlin de Paolo incarna lo stile di una trasformazione profonda. Quattro fratelli – Giancarlo, Davide, Lorenzo e Paolo – nonostante la differenza di età che separa il primo dall’ultimo di loro, sono riusciti a creare un progetto condiviso. 

Quello che poteva apparire un elemento disgregante è diventato un solido legame, trasformando il rapporto intergenerazionale in risorsa: così, se ciascuno ha il suo ruolo preciso, l’obiettivo comune ha consentito loro di dar vita ad un’azienda relativamente giovane, ma determinata a giocare tutte le sue carte facendo del vino l’elemento attrattivo di rilancio di un territorio forse troppo a lungo ritenuto marginale. A fungere da stella polare di questa realtà, pur proiettata con determinazione verso il futuro, è un passato che si continua a respirare come un presente nel quale il bisnonno Paolo, il nonno Carlo e il padre Franco dettano la linea nella costruzione di vini che rispecchiano il territorio e nei quali si continua a sentire quanto preziosa sia stata l’eredità dei loro insegnamenti. 

Dall’amore per le vigne alla qualità in cantina

Nostro padre Franco parlava con le viti – mi spiega Lorenzo Ponte, parlando a nome anche degli altri fratelli – e le capiva al volo. Era come se fossero loro a dirgli quando era il momento giusto per potare, diradare, vendemmiare. Per questo la vite per lui era come un figlio: per evitare che a diciott’anni si ribellasse, ce lo ripeteva spesso, non andava trascurata». Ed è sulla linea di questo imprinting fatto di amore per le vigne che è la cantina Carlin de Paolo continua a muoversi: con un ampliamento graduale dei terreni coltivati a vite, tra proprietà e affitti ormai di ben 50 ettari, condotti con una visione imprenditoriale che fa del legame col territorio un valore irrinunciabile. Un approccio che si traduce in scelte precise già in vigna, le cui uve da diradamento, ad esempio, vengono recuperate per fare bollicine di qualità, perché nulla vada sprecato. E se è in vigna che si fa la qualità del vino, è in cantina invece che proprio quella qualità prende forma, trovando equilibrio, identità, voce. È qui che il lavoro dei mesi precedenti si traduce in materia: il mosto fermenta, si affina, si trasforma. Non senza un alleato preziosissimo: il tempo: “Il vino – continua Lorenzo – non tollera la fretta. E, in questo senso, i processi naturali vanno seguiti e sorvegliati con cura, ma mai forzati”. 


Se i vini raccontano territorio e personalità

Anche lo sviluppo dell’enoturismo, con relativa Merenderia (ma di questa vi parlerò un’altra volta), è in qualche modo un frutto di questa prospettiva. “Certo siamo contenti – conclude Lorenzo – del fatto che i nostri vini vengano bevuti e apprezzati. 

Ma i nostri vini sono frutto di questo territorio e siamo convinti che bevuti qui sappiano comunicare al meglio non solo sé stessi, ma anche l’intersecarsi in quest’area dell’Astigiano di terre diverse, capaci di imprimere al vino tratti assai diversi l’uno dall’altro. 

Una diversità che si sente in modo netto almeno nei tre vini che abbiamo bevuto: Macadì, un Arneis la cui freschezza immediata quasi nasconde un ‘corpo’ dovuto forse al terroir e all’esposizione delle vigne; Cursus Vitae, un’inequivocabile barbera dalla quale emerge sì l’originaria identità contadina, ma declinata in una forma dove a prevalere sulla potenza è il piacevole equilibrio; Civchin infine che, espressione territoriale della Croatina, bilancia eccellentemente la ricchezza di frutto con una morbidezza presumibilmente da ricondurre al passaggio in rovere francese. E tuttavia alla diversità di questi vini sembra soggiacere un denominatore comune, quasi un marchio di fabbrica: la rotondità di fondo che li contraddistingue


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Cantina: Azienda vitivinicola Carlin de Paolo

Indirizzo: Frazione Gorzano, 238/A – San Damiano d’Asti (AT)

Telefono: (+39) 0141 983833

Sito web: www.carlindepaolo.com 

Piergiuseppe Bernardi