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Attualità | 09 ottobre 2025, 20:31

La class-action contro Instagram e TikTok parte da Torino: "I social sono dannosi per i bambini" [VIDEO]

Partita dal Movimento Italiano Genitori, l'azione legale chiede di rispettare il limite dei 14 anni per l'iscrizione ai social network e di regolamentare gli strumenti che creano dipendenza

La class-action contro Instagram e TikTok parte da Torino: "I social sono dannosi per i bambini" [VIDEO]

I social fanno male ai bambini? Gli studi iniziano ad essere chiari e in questa direzione si muove la prima class-action contro le aziende big tech come TikTok e Meta, che possiede Facebook e Instagram. Lo studio che segue numerose famiglie in questa azione legale è di Torino, si chiama Ambrosio & Commodo e il senior partner Stefano Commodo ha raccontato com'è nata al Podcast a Domicilio.

Un gruppo di genitori italiani insieme al Moige, il Movimento Italiano Genitori, ritenendo i social dannosi intende dimostrare che il loro utilizzo  di questi social possa fare male alla salute dei più giovani. Viene chiesto di far rispettare il divieto di iscrizione ai minori di 14 anni e un maggior controllo sugli strumenti che causano assuefazione e dipendenza.

"Il problema principale sollevato dal Moige  - ha spiegato Commodo - era la presenza di minori sotto i 14 anni presenti sui social, in contrasto con la normativa italiana ed europea. Basta un'auto dichiarazione che fanno i ragazzini da soli. Le famiglie non sanno cosa c'è da un'altra parte e si affida il ragazzino a qualcuno che non si conosce, con sollecitazioni negative dal sesso al gioco online. Diventano scostanti, di scarsa capacità di relazione sociale, non parlano in famiglia, si chiudono in sé stessi. Fino al rischio neuropsichiatrico di natura permanente".

Da lì l'attenzione si è estesa all'utilizzo di sottili strumenti di sollecitazione, che fanno rimanere i giovani sui social, come lo scrolling infinito.

"Ho fiducia nella magistratura - ha proseguito Commodo - che abbia la determinazione per ovviare a questa epidemia generale e ho fiducia anche nelle big tech che possano arrivare a una correzione prima di giungere in tribunale".

"Nessuno vuole demonizzare le tecnologie moderne - ha commentato - ma è ovvio che non si possono lasciare i minori nelle mani delle big tech e bisogna regolamentare la cosa seriamente".

Per raccogliere segnalazioni e testimonianze di ragazzi danneggiati dai social è stato attivato il portale www.classactionsocial.it .

Segui l'intervista completa sul canale DixTV.

Francesco Capuano

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