Proprio nei giorni in cui si parla di Sumud Flotilla e dei massicci - e anche violenti - cortei per Gaza, arriva l'appello del Coordinamento interconfessionale di Torino: "Dobbiamo trovare una mobilitazione più umana, coerente e col cuore". Ai microfoni del Podcast a Domicilio, il portavoce del Coordinamento Noi siamo con Voi, presidente della commissione Arte e Cultura della Fondazione CRT e vicepresidente del Comitato Diritti Umani della Regione Piemonte, Giampiero Leo, ha parlato dei conflitti nel mondo e di quello che le persone possono fare in merito, portando come esempio il dialogo che stanno portando avanti i diversi gruppi religiosi a Torino.
A Torino, infatti, esponenti religiosi e laici di diverse confessioni lavorano per la pace con il Tavolo della Speranza, il primo in Italia, costituitosi nel luglio di quest'anno, con l'obiettivo di creare dialogo anche fra realtà che in alcune zone del mondo sono in conflitto. Musulmani ed ebrei insieme - con gli altri - per fare emergere un messaggio di pace e fratellanza che aiuti a superare le differenze e le diffidenze che si stanno creando a causa dei conflitti mondiali. Ma non si parla solo di Gaza, anzi, il punto portato da Giampiero Leo è proprio quello di provare a mobilitarsi per tutte le cause giuste, anche se la narrazione mediatica - per forza di cose - va soprattutto in Medio Oriente.
"Il Tavolo è nato durante una riunione del Coordinamento interconfessionale - ha raccontato - Un amico musulmano ha detto di apprezzare il sostegno per Gaza ma che a quel punto avremmo dovuto fare qualcosa di più, ora che l'antisemitismo ma anche l'islamofobia dilagano. Ci siamo riuniti inizialmente in luoghi cattolici, come luogo di mediazione. Abbiamo avuto il consenso del nostro cardinale monsignor Roberto Repole e anche da monsignor Derio Olivero, delegato ai rapporti ecumenici della Cei".
Leo ha spiegato come non sia stato difficile farlo, vista la storia torinese di confronto interreligioso. Ad esempio, tra le prossime iniziative ci sono la testimonianza di musulmani e cristiani che nel mondo subiscono discriminazioni religiose, il 10 dicembre che è la giornata mondiale dei Diritti Umani dell'ONU, iniziativa promossa dal Comitato Regionale dei Diritti Umani, e due serie di incontri e conferenze sulla vita, la storia, la religione e la teologia di ebrei e musulmani a confronto, progettate da entrambe le comunità insieme.
Il commento poi sulla Flotilla, che proprio in questi giorni è stata fermata in acque internazionali dall'esercito Israeliano. "Per tutto il coordinamento la proposta più sensata era quella del presidente Mattarella, del cardinal Zuppi e del monsignor Pizzaballa - ha detto Leo - così che dal punto di vista umano si desse il messaggio che i viveri dovessero essere consegnati. Stringerei la mano a ognuno di loro, l'idea è sacrosanta ma chiederei loro se lo fanno per la pace o per una strumentalizzazione politica, contro il Governo che non c'entra niente. Detto questo dovremmo dare un grande riconoscimento politico alla Flotilla, che ha messo sotto i riflettori internazionali la questione degli aiuti e la situazione politica".
Parlando delle occupazioni di scuole e università di questi giorni: "Assoluta solidarietà, simpatia e stima per chi si mobilita per cause umanitarie". Anche se, precisa: "Alle condizioni che le scelte delle manifestazioni vengano nella libertà, spontaneamente e non nella violenza. Università e scuole devono essere il luogo delle libertà per tutti, una minoranza non deve vietare di esprimere il proprio pensiero. Non si può essere per i diritti e la libertà e usare metodi violenti".
Segui l'intervista completa sul canale DixTV.