Cronaca - 16 settembre 2025, 15:27

Imbrattò chiesa e biblioteca con le feci del cane per dire no alle restrizioni anti-Covid: donna di Carmagnola condannata

Sei mesi di reclusione la pena inflitta per la singolare iniziativa messa in atto a Racconigi nel 2021. A denunciarla erano stati parroco e sindaco

Foto di archivio

Aveva imbrattato la bacheca della parrocchia di Racconigi con le feci del proprio cane e per questo motivo, don Mauro Scavino, parroco della chiesa di Santa Maria e San Giovanni, la denunciò.

A spiegarlo in tribunale di Cuneo, dove era imputata M.M., una donna originaria di Carmagnola, era stato proprio il sacerdote: “Era il 2021, in piena epoca Covid - aveva riferito il prete - e da quanto ho capito il suo non era un fatto personale, ma una presa di posizione ideologica”. 

L'imputata, come chiesto dalla Procura, è stata condannata a 6 mesi di reclusione e al pagamento di una multa da 1.000 euro. La difesa, di contro, aveva insistito per l'assoluzione.

Ad avvertire il don che una donna, a passeggio col proprio cane, si era avvicinata alla bacheca della chiesa e aveva iniziato a lanciare gli escrementi dell’animale contro i cartelli apposti che indicavano l’obbligo di indossare la mascherina dei locali, era stata una passante: “Non ho assistito alla scena direttamente – aveva spiegato in aula –, ma ho guardato la registrazione delle telecamere. Non conoscevo la signora, perché non frequentava la parrocchia: successivamente la incontrai in strada e la sentii inveire contro alcuni volontari”.

Quello raccontato dal sacerdote, però, non sembrerebbe essere stato l’unico episodio di singolare vandalismo commesso dalla donna.

A confermarlo era stata una responsabile della biblioteca civica di Racconigi, che aveva spiegato al giudice come già in un’altra occasione M.M. avesse dato in escandescenza in quanto un volontario non aveva fatto entrare suo figlio in biblioteca perché sprovvisto di "green pass": “La signora aveva iniziato a inveire contro di me – ricordò la responsabile – pur rimanendo all’esterno del locale. Aveva tirato fuori il telefonino e aveva iniziato a riprendermi ingiuriandomi. Io le avevo chiesto di non filmarmi e lei mi rispose che avrebbe chiamato i Carabinieri”.

Dopo quella volta sarebbero stati trovati escrementi di cane sia in biblioteca che nel box della distribuzione dei libri: “C’erano anche degli sputi sulla porta di ingresso – aveva proseguito la testimone - e anche i libri erano stati imbrattati. Per fortuna, essendo foderati, riuscimmo a ripulirli”. 

All’imputata, che venne denunciata anche dal sindaco Valerio Oderda, si riuscì a risalire perché, qualche giorno dopo, la stessa donna avrebbe pubblicato sulla pagina Facebook della biblioteca un post di sfogo raccontando l’episodio: “Aveva scritto che era una vergogna che non si facessero entrare i bambini in biblioteca”, aveva concluso la responsabile.

redazione Targatocn.it