C’era anche Alberto Avalis, paracadutista originario di Manta, nel saluzzese, ma la cui famiglia ora risiede a Osasco, nel record che si è compiuto a fine maggio nella cittadina di Perris, in California.
Qui 103 atleti hanno formato una figura in caduta libera verticale a testa in giù (head down), stabilendo un nuovo record dello Stato della California, firmando la prima formazione a tre cifre mai realizzata nella regione e la terza ufficiale più grande mai completata nella storia del paracadutismo verticale
Cos'è l'head down
L’head down è una disciplina estrema in cui i paracadutisti volano a testa in giù, raggiungendo velocità superiori ai 300 km/h. Ogni movimento richiede massima precisione, controllo e coordinazione. Per costruire la formazione, gli atleti si sono lanciati contemporaneamente da cinque aerei diversi, unendosi per aria in modo sincronizzato. Una tecnica con un altissimo livello di difficoltà e che richiede particolare. Il precedente record californiano risale 2017 e aveva visto 80 partecipanti buttarsi e unirsi a testa in giù a migliaia di metri di quota.
Come si lavora a un record
L’evento a cui ha preso parte Avalis è stato organizzato da Matt Fry e Andy Malchiodi, due figure di riferimento a livello internazionale, supportati da un team di esperti coordinatori. Per tre giorni, gli oltre cento atleti hanno lavorato insieme per preparare la formazione. Le prime giornate sono state dedicate all’allenamento del blocco centrale — composto da 40 paracadutisti — mentre gli altri partecipanti si esercitavano in piccoli gruppi, perfezionando tecniche di volo, approccio alla formazione e posizionamento. Il record è stato ufficialmente completato al settimo salto nella giornata del 23 maggio e da un’altitudine di 5.300 metri, utilizzando cinque mezzi aerei (tre Skyvan e due Twin Otter) con l’ausilio dell’ossigeno data l’elevata quota dei salti.
Ogni fase del volo — dalla costruzione della figura, al rilascio in sicurezza, fino alla discesa sotto vela — è stata eseguita con estrema precisione. Non si sono verificati errori significativi e il livello di sicurezza è rimasto elevatissimo, nonostante il gran numero di paracadutisti presenti in aria contemporaneamente. Il disegno della formazione, ispirato alle classiche figure “a pancia in giù” (belly flying), si è dimostrato efficace anche in assetto verticale, rendendo la costruzione più stabile e intuitiva. Il gruppo era composto principalmente da paracadutisti statunitensi, ma la partecipazione internazionale è stata forte: presenti atleti da Sud America, Australia, Europa… e Alberto Avalis, l’unico italiano.
Avalis veterano dei record
Originario del Saluzzese e residente a Dubai, Alberto è paracadutista professionista dal 2012 e lavora come istruttore. Con oltre 22.000 lanci all’attivo, detiene svariati record mondiali e nazionali in diverse discipline del paracadutismo. È inoltre conosciuto per essere stato il primo e unico italiano a saltare accanto al Monte Everest, in Nepal — una delle imprese più estreme e affascinanti di questo sport.
"Essere selezionato e prender parte a questo evento è stato un onore immenso - racconta Avalis -. Il livello tecnico era il più alto che abbia mai visto in carriera. Questo successo ci dà grande fiducia in vista del prossimo obiettivo, ancora più ambizioso: il record mondiale da 200 paracadutisti in caduta verticale, previsto per metà agosto a Chicago, in Illinois".
Il Piemonte, anche tra le nuvole, sa farsi valere.