La forma di gestione è stata cambiata a fine anno: una cooperativa sociale ha preso il posto dell’associazione. Nel passaggio di testimone tra ‘Amici del Rifugio di Cavour’ e ‘Diamoci una zampa’ non c’è una rivoluzione, ma un’evoluzione che parte da dipendenti che vogliono seguire la rotta dello storico presidente Davino Fazia.
“Il nostro obiettivo è uno solo: garantire continuità e non lasciare che tutto quello che era stato costruito andasse perduto. Non volevamo rischiare che entrasse una qualche associazione esterna o che i cani e i gatti finissero in una situazione incerta – racconta Annalisa Fogli, una tra le fondatrici della cooperativa sociale ‘Diamoci una zampa’ –. Quando Fazia ha annunciato il suo ritiro, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo capito che toccava a noi. Aveva 82 anni e dopo una vita dedicata al canile era giusto che si riposasse”.
Il canile è nato nel 1997 e sotto la guida Fazia è cresciuto esponenzialmente, occupando una superficie di 18.000 metri quadri, in via Barrata 34. Da meno di due anni, poi, è stato preso in carico anche il canile di Pinerolo, oggi riconvertito in struttura sanitaria, dove passano tutti i cani dei 17 Comuni convenzionati per il primo controllo sanitario, poi, se non reclamati, vengono trasferiti al rifugio di Cavour per cercare casa. Qui si presta soccorso anche ai gatti randagi o vaganti, privi di proprietario, che siano in precarie condizioni di salute o vittime di incidente.
Qualche settimana fa la struttura cavourese ospitava circa 110 cani e 25 gatti, ma il numero cambia spesso, e soprattutto tra i gatti: “Ci sono periodi in cui ne abbiamo una dozzina, altri in cui, con le cucciolate, si arriva anche a 40-45” precisa Fogli. E nonostante le difficoltà, le adozioni non si fermano: “Il trend è positivo: ogni anno entrano circa 200 cani e altrettanti trovano famiglia. Certo, i più anziani o malati fanno più fatica, mentre quelli giovani trovano casa velocemente”.
L’attenzione non è rivolta ‘soltanto’ agli animali: ‘Anime con la Coda’, questo è il nome che affianca la dicitura ‘Rifugio di Cavour’, nel suo futuro punta anche sull'inclusione sociale. L’intento è quello di ampliare l’impatto sociale, collaborando con i servizi del territorio: “Essendo una cooperativa sociale, non ci occupiamo solo di cani e gatti, ma anche di persone – spiega Fogli –. Stiamo collaborando con i servizi sociali e con i tribunali per accogliere persone in difficoltà, offrendo loro la possibilità di fare volontariato, tirocini o percorsi di reinserimento”
In parallelo, proseguiranno i lavori di miglioramento delle strutture: “Abbiamo già fatto tanto: pannelli fotovoltaici, nuova caldaia, lampade riscaldanti in tutti i box, ambulatorio ristrutturato, area gatti sistemata a livello sanitari e vogliamo andare avanti così”.