"Nel Documento tecnico propedeutico all’elaborazione del Piano socio sanitario, presentato ieri per la prima volta in quarta commissione consiliare regionale dagli assessori Riboldi e Marrone, è contenuto un dato allarmante: al 7 febbraio 2025 erano ben 23.876 i cittadini piemontesi già in possesso di una certificazione di non autosufficienza, per i quali la Regione non aveva ancora attivato il progetto domiciliare o residenziale stabilito dall’Unità di Valutazione Geriatrica (UVG) delle ASL, in accordo con la famiglia. Nella sola ASL Città di Torino ci sono ben 7.855 persone in lista d’attesa". E' questo l'allarme che arriva dalla consigliera regionale del Pd Monica Canalis sulle persone non autosufficienti piemontesi.
Pazienti, continua l'esponente dem, che restano "in un limbo perché la Regione, per risparmiare, non attiva un numero sufficiente di convenzioni in Rsa e un numero sufficiente di progetti domiciliari". Al 9 febbraio 2021 le persone in attesa erano 19.145, con un sensibile incremento nella lista d’attesa, dovuto certamente all’invecchiamento della popolazione, ma anche alle carenze del Servizio Sanitario Regionale.
"Sui 32.976 posti letto accreditati a dicembre 2024 nelle Rsa piemontesi, - aggiunge Canalis - solo 14.000-15.000 sono in convenzione con il SSR per ricoveri definitivi, cioè con il 50% della retta finanziato dalla sanità regionale. E’ una risposta del tutto insufficiente, che nega il diritto a ricevere un sostegno".
Per la consigliera regionale del Pd occorre aumentare "complessivamente il numero delle convenzioni in Rsa, per soccorrere le numerose famiglie in lista d’attesa, provate dal peso degli oneri di cura e dal peso finanziario delle rette. La nuova Dgr sull’aumento tariffario sanitario residenziale la DGR di maggio 2024 è stata applicata, ma a discapito dell'utenza, visto che sono stati ridotti gli inserimenti in regime di convenzione".
Serve poi "aumentare i servizi domiciliari, che sono quelli su cui incide maggiormente la lista d’attesa (14.529 persone non autosufficienti in lista d’attesa per un progetto domiciliare); dare maggiori informazioni alle famiglie sulle procedure da seguire per veder rispettati i propri diritti; velocizzare le visite UVG delle ASL per la certificazione di non autosufficienza; aumentare ulteriormente il budget sanitario destinato alla non autosufficienza; estendere gli aumenti della quota sanitaria ai servizi semi residenziali; dare alle ASL indicazioni vincolanti sulla spesa annuale per la non autosufficienza; costituire i tavoli di lavoro; attivare procedure per aumentare il personale sanitario".
"Se la Giunta Cirio non interviene velocemente e non esce dalla logica estemporanea e non risolutiva dei bonus, le famiglie continueranno a vivere in uno stato di abbandono e di oblio. La non autosufficienza deve uscire dall’invisibilità" conclude Canalis.