Sono in corso le riprese di Ferine (dal titolo internazionale “Beasts of Prey”), opera prima di Andrea Corsini, prodotta da EDI Effetti Digitali Italiani, realizzata con il contributo del “Piemonte Film TV Fund”, con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte e del bando “Lombardia per il Cinema”.
Iniziate lo scorso 16 settembre le riprese si concluderanno il prossimo 21 ottobre e si sono svolte tra Torino, Stupinigi, Villastellone, ma per la maggior parte in una villa privata a Cumiana e in una dimora storica di Borgo Cornalese. Due luoghi che sono quasi i protagonisti silenziosi, riflesso dell’animo di coloro che li abitano.
Il film, che si svolge in un’ambientazione genericamente del nord-est, all’inizio era stato concepito in italiano, poi è stato girato in inglese per consentire un’apertura più internazionale. “Una scelta rischiosa perché l’ambientazione autentica di questa provincia non la volevo perdere” ammette il regista.
Le location protagoniste
“Nella villa brutalista di Cumiana, volevo un luogo isolato dagli ambienti urbani che incorporasse il background del personaggio. Una location per identificare il profilo psicologico di come questo personaggio si muove nel mondo, isolato, con spazi minimali. Avevo trovato l'immagine di questa casa nell’album di un fotografo, non sapevo manco fosse in italia. Abbiamo poi scoperto che era nel torinese dove aveva ricevuto i fondi, era destino” spiega Corsini.
La location, una villa in puro cemento sulla collina di Cumiana, dialoga con la protagonista e il suo passato e con il linguaggio del film. "Quando abbiamo esplorato questa villa ogni angolo ci dava un’idea per lo script”. L’altra villa è esattamente l’opposto, una dimora storica nella campagna torinese di Villastellone, a Borgo Cornalese. “È una villa che dà l'idea della personalità esplosiva dell’altra protagonista, Dama. Dentro abbiamo costruito il suo mondo. C’è un basamento che risale al 1200 e nel retro della villa ci sono alcune gabbie perfette per rendere l’idea della caccia praticata da Dama”.
Donne al centro
A dare vita a questo thriller psicologico sono tre donne: Carolyn Bracken (Oddity, You are not my mother), Caroline Goodall (Schindler’s List, Hook) e Paola Lavini (Volevo nascondermi, Anime nere).
“La storia nasce prima dalla tematica: quel conflitto tra parte razionale e animale della natura umana. Poi l’idea di far da protagonista una madre, è nata perché una notte mentre scrivevo le prime righe del film sono stato avvicinato da una homeless con un figlio in mano, era molto aggressiva. Poco dopo ho preso una metro e ho visto il cartellone della National Geographic con la leonessa e i cuccioli e il muso sporco di sangue. Da lì, l’idea dell’istinto materno come driver per portare in luce questa storia. Nel film ci sono poi due linee, quella della madre protettiva e quella della madre aggressiva”.
“Sono tutte forti, diverse e sole, ma cercano di uscire dalla loro prigionia e solitudine - spiega Caroline Goodall - Lo fanno in modi diversi con vari livelli di successo. La villa in cui stiamo girando è un luogo perfetto per il mio personaggio (Dama, ndr). È una donna misteriosa, una cacciatrice vera. Pensa di cacciare un animale invece sta cacciando un essere umano, questa è la complessità dell'intero personaggio”.
“È una storia molto complessa, con donne che sono in una fase di transizione, è per me è molto affascinante” aggiunge Carolyn Bracken.
“Sono felicissima che siano tre donne, ognuna con la propria solitudine, anche se tutte e tre cercano a loro modo di amare” conclude Paola Lavini.
Spazio agli effetti speciali
“Con “Ferine” rompiamo gli schemi della produzione cinematografica canonica ripensandola a partire dagli effetti visivi. Sarà un film con importanti interventi digitali con la realizzazione di creature in full CGI” spiega Francesco Grisi, CEO di EDI.
“Crediamo che Ferine offra un’esperienza potente e viscerale, capace di colpire il pubblico e di affermarsi come un’opera significativa nel panorama contemporaneo” aggiunge Marco Colombo, AD di Adler Entertainment.
La storia
La vita di una ricca collezionista d'arte viene sconvolta da un tragico evento. Distrutta da questo dolore insostenibile in lei si risveglia una natura istintiva e primordiale che la porterà a distruggere la sua vita privilegiata e a costruire una nuova idea di famiglia
La storia, complessa ed emozionante, è incentrata sull'infinita lotta tra la parte razionale e la parte animale della natura umana. Una tragedia moderna dai toni del noir ma che per scelta del regista è girata di giorno. “Volevo avere un horror diurno che non si nasconde nell’ombra” spiega il regista.
L’opera scritta da Corsini trae ispirazione dall’omonimo cortometraggio presentato in concorso alla SIC – Settimana Internazionale della Critica nell’ambito della Mostra internazionale d’arte Cinematografica di Venezia 2019, ed è stata già selezionata al Cannes Frontières Co-production Market. “Esisteva una sceneggiatura che conteneva tutti i personaggi. Non avendo una formazione accademica e per farmi conoscere avevo pensato al corto come strategia per far conoscere il film. È così è stato”.