Pianura - 26 gennaio 2024, 07:54

All'ombra della Palazzina di Caccia, prende vita il pane di Stupinigi: un pane da re

Alle porte di Torino, da tempi lontani, si prepara una pagnotta tipica fatta con il grano del territorio, coltivato nei campi intorno alla residenza sabauda

All'ombra della Palazzina di Caccia, prende vita il pane di Stupinigi

Quando si pensa a Stupinigi, la prima cosa che viene in mente è la Palazzina di Caccia dei Savoia, col grande cervo che svetta in cima alla cupola, che si trova alla porte di Torino.

Proprio in quei territori, e in particolare presso cinque aziende agricole nell'area del Parco Naturale del comune di Nichelino, si coltiva il grano che dà vita al pane di Stupinigi. Lì sono stati individuati i terreni più adatti alla coltivazione di alcune varietà locali di frumento tenero, con un basso contenuto glutinico, abbandonate da tempo, a cui si sono aggiunte alcune specie di grani antichi recuperate a seguito della collaborazione con l'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.

Da questi grani, a seguito della macinazione a pietra, si ottiene una farina che viene utilizzata ai fini della produzione di un pane lievitato con sola pasta madre, il pane di Stupinigi, appunto.

Così, grazie alla valorizzazione del territorio e della sua antica vocazione agricola, si è riusciti a creare un filo diretto dalle terre alla tavola, dando vita alla prima filiera della farina del Piemonte. Lavorare in una filiera corta permette, tra le altre cose, di ottenere prodotti genuini, senza additivi chimici e miglioratori, offrendo così ai consumatori un pane di alta qualità e di provenienza certificata.

Anche il pane di Stupinigi è annoverato, come gli altri prodotti da panificazione piemontesi, tra i PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali).

Federica De Castro