Torino - 04 maggio 2023, 18:38

La leggenda vive ancora, 74 anni dopo. Superga omaggia il Grande Torino: "Quei giocatori sono l'eternità"

L'entusiasmo dei tifosi al Fila, il ricordo della politica, poi la messa nella Basilica officiata dal padre spirituale granata Don Riccardo Robella. E dopo gli anni di Belotti, è toccato a Buongiorno leggere i nomi di fronte alla lapide

La leggenda vive ancora, 74 anni dopo. Superga omaggia il Grande Torino: "Immortali"

"Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto, è soltanto in trasferta". Le parole del grande Indro Montanelli, all'indomani della tragedia di Superga, sono ancora attuali oggi, 74 anni dopo. Lo dimostrano i brividi, la commozione e l'entusiasmo che gli Invincibili sanno ancora trasmettere, quando ormai sono rimasti in pochissimi ad aver ammirato dal vivo le loro gesta.

La giornata dedicata al Grande Torino, iniziata con la commemorazione al Monumentale, proseguita con l'inaugurazione del parco intitolato a Valentino Mazzola, è proseguita al Filadelfia con un allenamento a porte aperte che ha raccolto alcune migliaia di persone, prologo alla salita al Colle e alla celebrazione fatta a Superga, là dove la più forte squadra italiana di tutti i tempi è passata direttamente dalla storia alla leggenda, il 4 maggio 1949.

Grande partecipazione al Fila

Al Filadelfia, aperto al pubblico per l'occasione, erano in alcune centinaia i tifosi presenti all'esterno già prima che venissero aperti i cancelli. Entusiasmo e cori per tutti, con il mister Juric che ha ricevuto gli applausi e le attestazioni di stima maggiori da parte dei numerosi presenti.

"Nel cuore e nella memoria la leggenda vive!", era scritto su un grande striscione portato dai gruppi organizzati della curva Maratona. 

Appendino: "4 Maggio non è giorno come gli altri"

Anche l'ex sindaca di Torino, Chiara Appendino, ha ricordato con commozione gli Invincibili. “Il 4 maggio per Torino non sarà mai un giorno come gli altri. Io ho avuto l'onore di viverlo da sindaca e da mamma, portando Sara a Superga e insegnandole quel pezzo di storia della città e lo farò con Andrea appena potrò tornarci. La storia del Grande Torino supera le generazioni e le fedi calcistiche e va conosciuta e tramandata”.

Cirio: "Oggi siamo tutti granata"

Anche il presidente della Regione, Alberto Cirio, ha voluto omaggiare il Grande Torino, salendo a Superga per portare una corona di fiori di fronte alla lapide che ricorda gli Invincibili. "Oggi siamo tutti granata", ha detto il governatore, ricordando i valori di quella squadra che seppe far innamorare l'Italia intera.

Gravina e Infantino: "Squadra tra mito e leggenda"

Solo il Grande Torino - il ricordo del presidente della Figc Gabriele Gravina - ha superato il confine tra mito e leggenda, diventando patrimonio comune dell’Italia calcistica e della storia civile del nostro Paese. Il messaggio di bellezza e di unione rappresenta l’eredità più bella di una squadra senza tempo”.

"Grande Torino, per sempre con noi". Così Gianni Infantino ha voluto celebrare il Grande Torino nel 74esimo anniversario della tragedia di Superga. Il presidente Fifa ha postato sul suo profilo Instagram una story, con la foto degli Invincibili accompagnato da un tricolore e un cuore.

A Superga Pulici guida la carica dei grandi ex

Alcune centinaia di tifosi granata sono giunti alla Basilica già prima delle ore 17 e dell'inizio della messa. Superga come al solito è colorata di granata con bandieroni, stendardi, le tante magliette indossate dai presenti, compresi i protagonisti della biciclettata partita dal Filadelfia, che ha colorato e animato le vie della città lungo il percorso. 

Subito riconosciuti, tra i grandi ex, Paolo Pulici, che poi si è accomodato in chiesa sedendosi tra Serino Rampanti e Claudio Sala. Anche Franco Ossola, figlio dell'omonimo campione perito a Superga, e Angelo Cereser sono stati tra i più ricercati dai tifosi del Toro. Quando la squadra è poi giunto sul piazzale della Basilica si sono sprecati gli applausi, i cori e le foto, anche se si sono sentiti anche alcuni fischi all'indirizzo del presidente Urbano Cairo.

Don Riccardo: "Quei giocatori sono l'eternità"

Al Colle è giunta anche una delegazione della formazione Primavera, con il tecnico Scurto. Alle 17, come da programma, è iniziata la funzione, con il padre spirituale granata, Don Riccardo Robella, che ha ricordato la grandezza anche morale del Grande Torino, prima di rivolgere un invito ai calciatori di oggi: "Rendete orgogliosi i tifosi e non vi sarà chiesto altro".

Ricordando gli Invincibili, Don Riccardo ha detto: "Quando sentiamo parlare di Bacigalupo, Mazzola la nostra vita ci porta verso l'eternità". Poi, facendo notare come gli Invincibili avessero concluso la loro straordinaria avventura perdendo l'ultima partita a Lisbona, ha aggiunto: "In un momento tremendo come era quello dopo la guerra, questi ragazzi avevano riportato il sorriso".

Buongiorno legge i nomi di fronte alla lapide

Infine, il momento più atteso e toccante, quando tutti si sono trasferiti nei pressi della lapide che ricorda i caduti, i cui nomi sono stati letti per la prima volta da Alessandro Buongiorno, il 'capitan futuro' del Toro, nato e cresciuto in questa società, che ieri ha celebrato in anticipo l'evento segnando a Marassi il primo gol in serie A nella vittoriosa trasferta contro la Samp.

Buongiorno, visibilmente emozionato, ha quasi urlato i nomi, come se volesse farsi sentire fin lassù dove riposano da 74 anni. Alla fine, dopo la benedizione di Don Riccardo, è salito il coro 'campioni campioni', di tutti i presenti, accompagnato dagli applausi e dai cori 'Torino è stata e resterà granata'.

Gli Invincibili, come li aveva ribattezzati lo storico direttore di Tuttosport Piero Dardanello, sono ancora vivi, più forti del tempo che passa. E' questa la magia del Grande Torino.