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Attualità | 14 gennaio 2023, 14:21

Perosa Argentina: la memoria delle migrazioni si conserva con la crioterapia

Lo scultore Enrico Challier ha restaurato l’opera all’ingresso del municipio

La scultura sulle migrazioni di Enrico Challier

La scultura sulle migrazioni di Enrico Challier

Dopo anni all’aperto, all’ingresso del municipio di Perosa Argentina, la statua dedicata alle migrazioni necessitava di un restauro e il suo autore, Enrico Challier, se n’è preso cura con la crioterapia.

L’opera è stata realizzata dallo stesso scultore della Val Chisone per volere dell’allora Amministrazione Comunale ed è stata installata nell’ottobre 2008.

Vuole essere un omaggio ai compaesani di confessione valdese che nella primavera del 1699 raggiunsero la Regione tedesca del Württemberg, dove fondarono diverse colonie, tra cui ‘Perouse’ attualmente nel Comune di Rutesheim, con il quale Perosa Argentina è gemellata, mentre la popolazione proveniente da Meano, frazione di Perosa Argentina, fondò Dornholzhausen in Assia (Hessen).

“Il Comune di Perosa mi ha commissionato questa scultura dedicata alla popolazione valdese migrata in Germania secoli prima, ma io ho sempre pensato che potesse rappresentare un po’ tutti i migranti – commenta Challier, che nei legni che intaglia scopre l’anima delle sue creazioni –. Si tratta di tre tronchi, tutti e tre volutamente in noce della Val Chisone, che per me rappresentano le anime di un popolo: davanti c’è il pastore, ovvero la guida spirituale, che poi possono essere tutti gli anziani che con esempio e memoria guidano il popolo. Poi, unita in uno stesso tronco, c’è una famiglia, che rappresenta la base di ogni popolazione, la sua forza. Infine, un bambino che simboleggia il futuro, ed è proprio per questo futuro, per la nuova generazione che si muovono le migrazioni, per dedicargli un futuro migliore”.

Un’opera dunque dall’elevato valore simbolico, che parte dal significato iniziale per raggiungerne uno ancora più ampio: “Penso che il suo messaggio sia ancora molto attuale, e per questo ho cercato di salvarla dal trascorrere del tempo, anche se i molti anni passati all’aperto l’hanno rovinata parecchio”.

Il restauro è stato effettuato, com’è proprio della filosofia di Challier, nel modo più naturale e meno impattante possibile: “Per dieci giorni ogni scultura è rimasta in un freezer che ho acquistato appositamente per sanificare in modo ‘ecologico’, si tratta di una crioterapia che permette di eliminare tutti gli esseri viventi, parassiti del legno, senza veleno – spiega –. Poi ho tolto tutta la vernice vecchia, chiuso i buchi dei tarli e applicato due strati di una vernice specifica che serve per proteggere dagli agenti atmosferici”.

Tatiana Micaela Truffa

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