Salute - 03 novembre 2022, 14:08

Sanitari no vax reintegrati, sindacati contrari: "Ininfluente per carenza organici. Messaggio negativo"

Proposta di legge del Pd: "No vax fuori da sale operatorie, pediatria, intensiva e oncologia"

foto d'archivio

Sanitari no vax reintegrati, sindacati contrari: "Messaggio negativo"

"Messaggio negativo" ed "ininfluente per coprire la carenza di organici". Così  Chiara Rivetti, segretario regionale Anaao Assomed, ai microfoni di Radio Veronica One commenta il provvedimento del governo Meloni di reintegro dei medici ed infermieri no vax. Una decisione dell'esecutivo di centrodestra su cui infuria la polemica, con Emilia Romagna, Lazio, Campania e Puglia che hanno già levato gli scudi. 

Nel Torinese 100 medici no vax andati in pensione 

Nella nostra provincia sono 397 i medici ed odontoiatri no vax, che in queste ore hanno ricevuto una lettera dall'Ordine dei Medici, che potranno tornare in servizio. "Va fatta - spiega Rivetti - una puntualizzazione sui numeri: a livello nazionale si parla di 4mila medici reintegrati e nel nostro territorio di 397. In realtà tra questi ci sono molti colleghi over 67 anni, quindi in pensione e che con il reintegro non tornano a lavorare".

Nel Torinese sono circa un centinaio quelli che appartengono a quest'ultima categoria. Nei 298 restanti sono inclusi i dottori della mutua, ma anche i dentisti e ovviamente gli ospedalieri. 

"Influente per carenza organici" 

"Per quanto riguarda questi ultimi - precisa la segretaria regionale - devo dire che, a fronte di una carenza nazionale e locale per cui non riusciamo a coprire i turni, di fatto nella Città Metropolitana ne saranno reintegrati a una decina. Questo decreto è assolutamente ininfluente dal punto di vista degli organici carenti". In parallelo si aggiunge ovviamente il messaggio che manda la decisione di Meloni & Co, cioè che tutti gli sforzi fatti con la campagna vaccinale valgano poco o nulla agli occhi di questo governo. 

"I vaccini hanno permesso agli ospedali di curare i malati non Covid" 

"I provvedimenti degli scorsi governi - spiega Rivetti - sono stati molto importanti, soprattutto la campagna vaccinale che ci ha permesso di uscire, non dico dal Covid, ma dai ripetuti lockdow. I vaccini hanno permesso agli ospedali di tornare a curare gli altri malati, i non Covid. Ad oggi i pazienti ricoverati con dispositivi sono pochi, non abbiamo le terapie intensive occupate". Il reintegro per Anaao Assomed è "un messaggio negativo sia ai colleghi che hanno rispettato le regole e dimostrato fiducia nella scienza, sia ai pazienti che vedendo i propri medici vaccinati si sono decisi a vaccinarsi". 

"Medici no vax rischiano Covid grave" 

Oltre a questo i sanitari no vax corrono anche un rischio medico maggiore. La motivazione? "Se entrano in contatto con pazienti Covid - spiega Rivetti - rischiano di sviluppare una malattia più grave. I medici no vax, se positivi, hanno una carica virale più alta e quindi un maggiore rischio di contagiare". 

La proposta del Pd 

E sul fronte arriva anche la proposta del Pd in Regione che, sulla modello della Puglia, ha presentato una proposta di legge di prevede l’obbligo vaccinale a tutela dei pazienti più fragili. “I vaccini - commentano il vicepresidente Daniele Valle e il capogruppo Raffaele Gallo - non sono una cartella esattoriale, non si può procedere a colpi di sanatorie. In Piemonte deve prevalere la responsabilità”.

"Medici no vax esclusi da terapie, oncologie e pediatrie" 

Il documento elaborato dai prevede "l’obbligo di vaccinazione, non solo contro il Covid ma anche contro altre malattie infettive, ad esempio l’influenza e i vaccini previsti dal piano nazionale, in modo tale da impedire ai sanitari no vax di essere reintegrati nei reparti più a rischio per la presenza di pazienti particolarmente fragili, dalle sale operatorie alle terapie intensive, dalle oncologie alle pediatrie".

Il testo normativo dei dem chiede che sia la Regione ad individuare i reparti “free no vax” dove l’accesso è consentito solo ad operatori vaccinati; che in caso di particolari situazioni le direzioni sanitarie possono prescrivere vaccinazioni normalmente non raccomandate per la generalità degli operatori; che spetti al direttore sanitario accertare che gli operatori abbiano presentato la documentazione comprovante la loro situazione vaccinale; che il mancato rispetto di tali prescrizioni comporta l’impossibilità di impiego all’interno dei reparti a rischio.

Cinzia Gatti

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