“Il sindaco dice che la nostra riconferma alla gestione del Forte è un obiettivo raggiunto, ma noi non abbiamo sentito la vicinanza del Comune, anzi”. Juri Bossuto, presidente dell’associazione Progetto San Carlo onlus, commenta così le dichiarazioni che il primo cittadino di Fenestrelle, Michel Bouquet, ha rilasciato a ‘Piazza pinerolese’, dopo l’apertura delle buste per gestire il complesso militare.
Sul tavolo del Demanio ne è arrivata solo una, quella di Progetto San Carlo, che attende l’assegnazione definitiva, per sei anni, una volta espletati i passaggi burocratici.
Da un anno a questa parte, però, le sorti del Forte hanno agitato non solo l’associazione, ma anche la politica a partire dal Comune e ora potrebbe arrivare una ‘resa dei conti’, proprio alle elezioni comunali che si terranno in primavera a Fenestrelle, con una parte della maggioranza che potrebbe smarcarsi da Bouquet per creare una lista alternativa.
I volontari di Progetto San Carlo hanno sempre percepito la lontananza del primo cittadino: “Chiediamo chiarezza sulla sua posizione, perché per noi era evidente che volesse ‘farci fuori’” lamenta Bossuto.
Bouquet chiarisce il senso delle sue affermazioni: “Io volevo evitare il bando perché temevo l’arrivo di uno speculatore, magari internazionale. Per questo ho anche avanzato domanda per prendere la gestione del Forte come Comune, tramite il Federalismo demaniale culturale. Dall’altro volevo una gestione con una maggior collaborazione tra pubblico e privato”.
Il Demanio ha comunque deciso di andare a bando, ma ne ha fatto uno ponte e non internazionale, come temeva Fenestrelle: “Il bando stabilisce con chiarezza i rapporti che ci dovranno essere tra il Demanio che è proprietario del bene, il gestore e le istituzioni e per me questo è un risultato importante: l’associazione o il Comune, da soli, non vanno da nessuna parte”. In quest’ottica Bouquet sottolinea anche l’importanza del protocollo siglato il 6 dicembre con l’associazione: “È la prima volta che il territorio pinerolese riconosce il Forte come un bene faro e si impegna per il suo sviluppo, coinvolgendo anche i privati, con il Cpe, e le Chiese cattolica e valdese. Quel protocollo stabiliva una governance pubblica e privata e ci andava benissimo che l’associazione andasse avanti nella gestione, in quest’ottica, altrimenti non l’avrei firmato”.