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Attualità | 21 gennaio 2022, 10:45

Caldo e mancanza di precipitazioni: "Speriamo nel mese di febbraio, rischiamo un'estate molto critica"

Paolo Bertolotto, meteorologo di Arpa, evidenzia come la pioggia sia utile nel breve periodo, ma è la neve quella che alimenta le sorgenti carsiche, fonti di approvvigionamento idrico nei mesi più caldi

po in siccità - foto d'archivio

Caldo e mancanza di precipitazioni: "Speriamo nel mese di febbraio, rischiamo un'estate molto critica"

Caldo e assenza di precipitazioni. E' un inverno decisamente anomalo quello che stiamo vivendo in Piemonte. 

"Le temperature, in certi giorni, soprattutto verso la fine dello scorso anno, sono state anche di 10 gradi centigradi superiori alla media stagionale. In altri giorni ci siamo invece avvicinati a temperature più normali". A dirlo Paolo Alberto Bertolotto, meteorologo di Arpa Piemonte. "Ci attendiamo, nei prossimi giorni, l'arrivo di correnti più fredde e umide, ma senza apporti significativi. Poi, stando alle previsioni, torneremo ad avere temperature alte e assenza di precipitazioni".

Tradotto: di neve neppure l'ombra. Con tutte le conseguenze che ciò comporta. E di cui ci renderemo conto nei mesi estivi. "Non basta la pioggia, serve la neve e serve in questa stagione. Perché è l'unica possibilità di avere una riserva per l'estate e per alimentare le sorgenti carsiche, che abbeverano tutta la pianura. La situazione è estremamente grave", continua Bortolotto.

Il meteorologo evidenzia come la tendenza degli ultimi anni sia stata quella di inverni estremamente secchi. Il che provoca incendi boschivi, come sta accadendo da dieci giorni a questa parte, e condiziona in modo negativo la qualità dell'aria in pianura. "Assistiamo ad un deficit di precipitazioni che si traduce in un deficit di acqua per i mesi successivi. Pensiamo alle conseguenze per il mondo agricolo. Siamo di fronte ad una nuova criticità per il Piemonte. Se non nevica in quota, sopra i 1200 metri almeno, manca la riserva. Dobbiamo sperare nel mese di febbraio".

Bertolotto specifica come la mancanza di neve in inverno non sia colmabile con le precipitazioni autunnali o primaverili. "Le piogge autunnali, così violente e torrenziali come ormai vediamo da anni, non servono a nutrire le falde e la terra. E' acqua dannosa e inutile. Le eventuali piogge primaverili, invece, che normalmente durano giorni e sono meno intense, servono nel breve periodo, ma non nel lungo, perché non vanno a costituire una riserva, che è ciò che si ha con la neve e il ghiaccio, che si sciolgono gradualmente. E' l'acqua di cui c'è bisogno. Se non nevicherà a febbraio, i mesi estivi saranno estremamente critici".

Barbara Simonelli - Targato CN

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