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Scuola e formazione | 04 gennaio 2022, 15:10

Scuola, le Regioni chiedono al Governo di rivedere le quarantene

Sulla riapertura prevista il 10 gennaio: "Sia il Cts a decidere"

foto di repertorio

Scuola, le Regioni chiedono di rivedere le quarantene

Un positivo per mandare in dad tutta una classe nella scuola dell’infanzia, due per la didattica a distanza alle elementari e tre per superiori e medie. Sarebbe questa la proposta che le Regioni avanzeranno al overno in vista del rientro a scuola previsto per lunedì 10 gennaio.

I governatori si sono riuniti in questi minuti per discutere su uno dei temi caldi in questo inverno di risalita dei contagi per via della variante Omicron. Tra le richieste anche: nessuna vaccinazione scolastica affidata alle Asl e autosorveglianza trasferita alle famiglie degli scolari. Quindi, nessuna distinzione tra studenti vaccinati e no (contrariamente a quanto le stesse regioni avevano proposto in precedenza), e una nuova regolazione delle quarantene in caso di contagi.

Le regole attuali prevedono che a fronte di un caso positivo la classe venga sottoposta a tampone, e in caso di negatività gli alunni restano in classe in auto sorveglianza e vanno a casa gli studenti non vaccinati a fronte di due casi di Covid in classe, mentre con tre scatta la dad.

Dal Governo arrivano segnali sulla volontà di tenere aperte le scuole. Lo hanno detto il premier Mario Draghi, il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, che questa mattina, a proposito della riapertura delle scuole, ha detto: “L’intenzione è quella di riaprire regolarmente il 10 gennaio, vista anche la situazione sulle vaccinazioni. Ovviamente con tutte le precauzioni e i protocolli già previsti prima della chiusura per le feste di fine anno”.

Dalle Regioni invece, visto l'aumento di casi arriva l'invito alla prudenza sulle riaperture, tanto da arrivare a chiedere un intervento del Comitato Tecnico Scientifico: "Devono essere gli scienziati pubblici a prendersi la responsabilità, devono dirci loro se con questi numeri dentro le aule gli studenti sono al sicuro".

redazione

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