Medici e infermieri ancora in trincea, due anni dopo. Mentre la quarta ondata imperversa anche in Piemonte, il personale sanitario lancia un SOS, dopo un periodo estenuante di lotta in prima linea contro il virus.
Il personale sanitario impiegato nella lotta contro il Covid
Nonostante il grido d’allarme, è difficile pensare a nuove assunzioni, ma la volontà del Governatore Alberto Cirio pare essere quella di garantire il massimo supporto al personale sanitario: “Proviamo a riempire gli ospedali di tutto il personale necessario per affrontare questa grande quarta ondata: In questo momento in Piemonte lavorano 7.000 persone in più nella sanità, dedicate al Covid”.
“Quotidianamente - ha affermato il presidente della Regione Piemonte - abbiamo graduatorie che rendiamo sempre vive perché le aziende possano fruirne, perché possano pescare al suo interno”.
“Questo - ha poi proseguito il Governatore - con l’accortezza di non privare altre strutture sanitarie di personale: se assumiamo un infermiere che si licenzia da una Rsa, mettiamo in crisi quella Rsa che ospita i nostri anziani. Questa cosa non la permettiamo”.
Liste d’attesa, la situazione
Un altro tema prioritario riguarda poi le liste d’attesa e i tempi piuttosto lunghi per curare quelle malattie o problemi non per forza legati al Covid: “Abbiamo un piano pandemico che non è legato a valutazioni o emotività, ma a parametri. A seconda dello scenario, si decide cosa deve fare”.
“E’ chiaro - ha riconosciuto Cirio - che man mano che aumenta la pandemia, vengono limitati servizi legati alla sanità, ma sono situazioni legate a situazioni o malattie non tempo dipendenti. Tutto ciò che è tempo dipendente viene garantito”.
Le ragioni dell'accordo con le strutture private
Si spiega così l’accordo con le strutture private convenzionate per evadere le richieste e smaltire le liste d’attesa: “La Giunta regionale ha approvato la scorsa settimana un meccanismo che ci permette di spostare sui privati alcuni interventi per continuare a sfoltire le liste d’attesa, pur non facendoli nelle nostre strutture sanitarie impegnate dal Covid, e spostandoli nelle strutture private”.
“Abbiamo poco più di 1.000 persone in terapia ordinaria e un centinaio in intensiva, l’anno scorso erano 5.000. In questo momento, com’è giusto, con il giusto grado di attenzioni e prudenza attuiamo il piano pandemico” ha concluso Cirio.