Se abbocca all’amo andrà rilasciata: la trota marmorata e i suoi ibridi sono protetti in tutto il corso torinese del fiume Po e nel torrente Pellice da località Montebruno, nel Comune di Garzigliana, fino alla confluenza. È questo uno degli effetti del decreto della Città metropolitana emesso il 7 dicembre, con validità triennale 2022-2024, e che comprende anche il divieto di trattenimento per la trota fario mediterranea e i suoi ibridi nel torrente Ripa, dalle origini al ponte Terribile nel comune di Sauze di Cesana e nel torrente Chisone, dalle origini al ponte Das Itreit in Località Laval, nel comune di Pragelato (affluenti e defluenti compresi). Lo stesso decreto reitera il divieto di trattenimento anche del luccio e del temolo, specie inserita a fine 2020 nella Red List dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura come a ‘fortissimo rischio/in pericolo critico’ di estinzione.
Il divieto è il risultato delle indagini genetiche svolte sui pesci in questi tratti dei corsi d’acqua che hanno stabilito un grado di purezza al 98% delle popolazioni selvatiche di trota marmorata e di fario mediterranea
“Si tratta di una decisione molto importante perché sancisce l’importanza della tutela delle popolazioni residue di questi animali” commenta Marco Baltieri, segretario di Ataai (Associazione per la tutela degli ambienti acquatici e l’ittiofauna) con sede a Luserna San Giovanni. L’associazione fa parte del Comitato consultivo pesca – organo della Città metropolitana – che a marzo 2021 ha promosso l’intervento: “La decisione formalizza una tendenza diffusa tra molti pescatori – rivela – che già non trattenevano più queste specie”. In sostanza si potrà continuare a pescare in tutti i modi consentiti, nei periodi in cui non è vietato ma, in caso venissero catturati questi esemplari, andranno immessi vivi nell’acqua.
Come effetto dell’entrata in vigore del nuovo decreto c’è una situazione paradossale che potrà crearsi sulle rive del Po nel tratto che scorre sul confine tra la provincia di Torino e Cuneo: “In quelle zone succede chi pesca sulla riva cuneese potrà trattenere la trota ma non potrà farlo chi si trova dall’altra parte del fiume – spiega Baltieri –: ma crediamo che questa misura col tempo possa essere adottata anche su quel territorio”.