Un'azienda su due, a fine 2021, prevede di fare meglio in termini di export rispetto al periodo pre pandemia. E un 25% conta di tornare almeno in pari. "Merito" della strategia aziendale, ma anche della competitività dei prodotti e dei servizi, ma anche la tecnologia. Con la "sostenibilità" che super anche la forza del brand e del made in Italy.
È questo, il Piemonte che esporta, secondo i lavori del convegno sul futuro internazionale della regione ospitato nella giornata di oggi presso l'Ilo di Torino e organizzato da Confindustria Piemonte e Unioncamere, in collaborazione con The European house Ambrosetti. Una finestra affacciata sul Po e sulla collina torinese, ma da dove lo sguardo sa spaziare ben oltre i confini nazionali e continentali. L'obiettivo sono i mercati dell'Europa allargata, compreso il Regno Unito, ma anche gli Usa e la Cina (mercato di interesse per molti, ma che al momento, per la sua complessità, non è ancora operativo).
Cosa serve, per riuscire? Competenze, ma anche sviluppo tecnologico e innovazione, fino agli incentivi all'internazionalizzazione.
E tra i bisogni delle imprese ci sono proprio i corsi professionalizzanti, l'unione tra ITS e lauree professionalizzanti, la comunicazione tra aziende e studenti per rendere anche le PMI come destinazione di lavoro attrattiva e una regia unica per la formazione a 360 gradi.
GAY: "ACCOMPAGNARE LA RIPRESA"
"Dati ottimistici - come ha sottolineato Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte - che parlano di una ripresa solida dell'export. E che ora bisogna saper accompagnare tutti insieme, in rete. Siamo qui per questo. Nel secondo trimestre 2021 abbiamo visto il saldo di ottimismo delle imprese crescere di 11 punti rispetto al primo. Questa è un'occasione unica, grazie anche ai fondi europei in arrivo. Abbiamo un'enorme responsabilità. Stanno andando bene la meccanica, il food e il design, purtroppo arrancano ancora moda e tessile".
STELLANTIS, UN DURO COLPO E UN GAP DA COLMARE
"Dopo il Covid il mondo sarà completamente diverso da quello che conoscevamo nel 2019 - dice Fabrizio Ricca, assessore regionale all'internazionalizzazione - Il veicolo principale che abbiamo è il Ceipiemonte e già nella prossima primavera faremo il punto di ciò che siamo riusciti a fare". E il PNRR farà la sua parte. "Arrivano tanti soldi dall'Europa, anche come fondi comunitari e insieme alle aziende dobbiamo creare le condizioni per aprire nuovi canali di business. Da un lato è importante esportare, ma anche attrarre investimenti".
La scelta di Stellantis di portare la gigafactory a Termoli? "È stato un brutto colpo e dobbiamo trovare il modo di colmare il gap e ricostruire nuove occasioni di lavoro e sviluppo", conclude Ricca.
LA PANDEMIA HA ACCELERATO I CAMBIAMENTI. SULLA GIGAFACTORY CI SIAMO MOLTO ARRABBIATI
"Dobbiamo supportare quelle aziende che hanno meno propensione ad andare all'estero e praticare i mercati tradizionali - aggiunge Dario Gallina, vicepresidente di Unioncamere Piemonte e presidente della Camera di Commercio di Torino - anche perché la pandemia ha mescolato le carte e speriamo che questo possa in qualche modo rappresentare un'opportunità. Dobbiamo interpretare questi cambiamenti".
"Sulla gigafactory ci siamo rimasti male, ci siamo arrabbiati molto, proprio perché Torino è la città dell'auto e con i nuovi competence center vogliamo dare spinta a un settore tradizionale. E dunque pretendiamo che il governo tenga conto di questo tipo di vocazioni. Le scelte di un'azienda privata sono libere, ma serve un'ottica di governo che abbia una progettuale unica e condivisa. A Torino ci stava bene, anche perché da tempo parliamo di Area di Crisi complessa e quindi vuol dire che c'è un problema e non si può nascondere la polvere sotto il tappeto".
CIRIO: "L'IMPORTANZA DI INVESTIRE IN PIEMONTE"
"L'ottimismo delle nostre aziende e il dinamismo del mondo delle imprese piemontesi che sono state rilevate durante questo incontro - ha detto il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, concludendo i lavori del convegno - conferma le potenzialità di questa regione nella quale, ed è quello che dobbiamo far capire agli investitori internazionali, conviene investire. Nessuna altra regione italiana offre un network come questo tra imprese, sostegno pubblico, università e innovazione. Lo dirò anche al premier Draghi nell'incontro che ho chiesto e che spero avvenga al più presto".