Attualità - 27 aprile 2021, 11:16

Dall’Arabia Saudita alla Scala di Milano: l’esperienza di Bruno Zoccola

Originario di Pomaretto, è diventato Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana

Bruno Zoccola al momento della consegna dell'onorificenza

Dal cuore della Val Germanasca alla Scala di Milano, inanellando successi anche all’estero, che gli sono valsi le onoreficenze prima Cavaliere ed ora Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. Bruno Zoccola è nato a Pomaretto il 14 settembre 1943, nel 1984 si è trasferito in provincia di Varese, a Venegono Superiore, paese noto per la sede dei Padri Comboniani, e da lì, per lavoro, ha girato il mondo, “ma non ho mai smesso di sentirmi legato a Pomaretto, dove torno quasi ogni mese, e mi sento davvero a casa. Una volta in pensione, avrei voluto tornare a viverci, ma sono rimasto a Venegono per restare vicino ai miei figli”.

Zoccola, ingegnere ora in pensione da alcuni anni, racconta una vita ricca di interessi, passioni e successi. Nei primi anni ’80, con la sua società lavorava in Arabia Saudita: “Lì, a causa del clima molto caldo, durante le prime ore del pomeriggio, fra l’una e le cinque, c’era l’usanza della siesta. Io usavo quelle ore di pausa dal lavoro per svolgere, come volontario, il ruolo di presidente di una scuola gestita da italiani, frequentata da 120 bambini. Quando l’ambasciatore italiano è venuto in visita, è rimasto esterrefatto nel vedere il bell’edificio, e nel constatare la preparazione dei bambini”.

Era il 1984, e l’ambasciatore italiano in Arabia Saudita chiese i suoi dati, e fece la sua nomina come Cavaliere all’ordine del merito: “Mi fece un grande piacere, ma a ritirare medaglia e attestato, mandai il mio amministratore delegato, perché nel frattempo ero andato a lavorare in Germania dell’Est”.

A livello professionale, il successo che ricorda con maggiore orgoglio è legato alla Scala di Milano, giunto al termine di una luminosa carriera: “Mi sono occupato della

ristrutturazione, fra il 2000 e il 2006 circa. La sala teatrale e la parte del museo sono state ristrutturate, mentre il resto demolito e ampliato. C’era un vincolo: terminare i lavori prima del 7 dicembre, ricorrenza di Sant’Ambrogio e data della tradizionale prima della scala”.

I lavori terminarono in tempo, e piacquero molto, tanto che portarono Zoccola e i colleghi alla conquista dell’ambito Ambrogino d’Oro: “Che purtroppo mi fu rubato dai ladri, durante una spiacevole visita al mio appartamento” racconta Zoccola.

In seguito alla ristrutturazione al Teatro alla Scala di Milano, furono molteplici le nuove e prestigiose offerte di lavoro che Zoccola ricevette, all’estero: “Ma ho deciso che fosse giunto il momento di farmi da parte, largo ai giovani!”.

Se Zoccola ha terminato con il lavoro retribuito, non ha mai smesso di dedicarsi al volontariato, fra Alpini, Protezione Civile e Lions: “Come Alpino, sono andato un paio di volte all’Aquila, durante l’emergenza terremoto. Ho gestito un campo di 120/130 tende che ospitava 1200 aquilani senza tetto; si trattava di gestire il campo, di nutrire queste persone: la ricordo come una bella esperienza”.

Ora la grande passione di Zoccola sono i cani guida per i non vedenti: “Con i Lions, seguo questo progetto che mi sta davvero a cuore: è toccante vedere questi cagnolini, che da cuccioli vengono formati, accorgersi della loro dedizione, vedere come diventino davvero delle perfette guide. E la grande emozione è poi quando vengono consegnati ai non vedenti”. Zoccola è responsabile del distretto Lions di Venegono Superiore: “Ma prima di morire ho deciso che vorrò venire nella sezione Principi d’Acaja di Pinerolo: mi manca troppo quella zona”.

Lo scorso mercoledì, 21 aprile, Bruno Zoccola è stato contattato dalla segreteria del Prefetto di Varese, e giovedì 22 si è recato in prefettura a Varese a ritirare la nuova onorificenza: “Sono stato nominato Ufficiale dell’Ordine al merito. Consegna e cerimonia in tempo di Covid, sono entrato accompagnato solo da mia moglie e mia figlia, mentre purtroppo mio figlio era impegnato in una riunione di lavoro online. Queste onorificenze fanno piacere, molto, ma non faccio la collezione. Quello che ti rimane davvero dentro, è il rendersi utile per gli altri”.

Tatiana Micaela Truffa