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Sport | 21 aprile 2021, 14:20

La Juve alza bandiera bianca e dice addio alla Superlega: "Ma l'idea resta valida"

Dopo la retromarcia dei club inglesi e dell'Inter non se ne farà più nulla. Andrea Agnelli alla Reuters: "Non si può fare un torneo a sei squadre"

bandiera Juve - foto di repertorio

La Juve alza bandiera bianca e dice addio alla Superlega: "Ma l'idea resta valida"

Prima la levata di scudi dell'Uefa e dei vertici del calcio mondiale, poi di una parte consistente dei media e dell'opinione pubblica, infine la retromarcia dei club inglesi e dell'Inter. Proprio nella notte in cui sono apparsi all'Allianz Stadium striscioni duri della tifoseria organizzata.

Da Superlega a superflop

La Juve ha preso atto del fallimento del progetto SuperLega, al quale il presidente Andrea Agnelli aveva lavorato con il collega spagnolo del Real Madrid Florentino Perez, affidando ad un breve comunicato ufficiale la retromarcia decisa a pochi più di 48 ore dallo strombazzato proposito di creare un nuovo torneo internazionale sul modello della Nba del basket americano. 

"Con riferimento al comunicato stampa diramato da Juventus Football Club S.p.A. in data 19 aprile 2021, relativo al progetto di creazione della Super League, e al successivo dibattito pubblico, l’Emittente precisa di essere al corrente della richiesta e delle intenzioni altrimenti manifestate di alcuni club di recedere da tale progetto, sebbene le necessarie procedure previste dall’accordo tra i club non siano state completate", è stato scritto nella nota diffusa dal club bianconero.

"L'idea resta valida ma un torneo a sei squadre non si può fare"

In tale contesto, la Juventus, "pur rimanendo convinta della fondatezza dei presupposti sportivi, commerciali e legali del progetto, ritiene che esso presenti allo stato attuale ridotte possibilità di essere portato a compimento nella forma in cui è stato inizialmente concepito. Juventus rimane impegnata nella ricerca di costruzione di valore a lungo termine per la Società e per l’intero movimento calcistico", conclude il comunicato emesso dalla società che ha vinto gli ultimi nove scudetti in Italia.

Interpellato dall'agenzia di stampa tedesca Reuters, alla domanda se il progetto potrebbe ancora prendere vita, Andrea Agnelli ha risposto: "Per essere franco e onesto no, evidentemente non è il caso. Resto convinto della bontà del progetto, ma non si può fare un torneo a sei squadre". Una pietra tombale che forse servirà ad evitare il rischio di sanzioni da parte dell'Uefa e dei vertici del calcio, ma intanto continuano a rincorrersi le voci che vorrebbero Agnelli in procinto di lasciare la guida della società bianconera.

Cobolli Gigli: "Già nel 2008 si capiva che non era possibile"

"E' la triste conclusione di un progetto che nelle sue fondamenta poteva avere delle ragioni, ma che probabilmente è stato portato avanti in modo affrettato, senza coinvolgere tutte le autorità", ha dichiarato Giovanni Cobolli Gigli, presidente della Juventus dal 2006 al 2009, commentando  il naufragio della Superlega, ricordando che nel 2008 si era rivolto allo Studio Grande Stevens, e in particolare all'avvocato Michele Briamonte. "Ci avevano preparato una nota da cui emergevano i vincoli che rendevano se non impossibile molto difficile la costruzione di una Superlega e che per muoversi in quella ottica bisognava avere l'accordo delle autorità che governano il caso".

"Non voglio fare polemica perché ho la Juventus nel cuore - ha concluso Cobolli Gigli - ma si è agito nel buio e in modo affrettato, al punto che alcuni presidenti sono rimasti profondamente delusi".

Massimo De Marzi e Marco Panzarella

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