Un calo a doppia cifra (abbondante). Non poteva che concludersi così, un 2020 che è stato funestato dalla pandemia da Covid-19, per le esportazioni piemontesi. Il blocco - o quantomeno il robusto rallentamento - degli spostamenti delle persone e delle merci ha influenzato pesantemente vendite e acquisti oltre confine. E se l'ultima porzione di anno regala qualche barlume di speranza, il bilancio complessivo sui 12 mesi non può che essere negativo.
Per la precisione, un calo del 12,7% (con il valore delle esportazioni che si è fermato a 41 miliardi di euro), cui si accompagna anche un calo delle importazioni quasi della stessa portata (-13,6% per 27,9 miliardi). Lo dicono i numeri di Unioncamere Piemonte, che mettono in luce anche come l'andamento sia stato piuttosto variabile, trimestre dopo trimestre, rispetto al 2019.
La fine dell'anno regala un sorriso
Dal -7,4% del primo periodo si è passati al -36,3% di giugno, quando il blocco era stato quasi totale, in tutto il pianeta. Il terzo trimestre era risalito fino a un -7,8% mentre solo la chiusura d'anno regala un segno più, in positivo per 2 punti percentuali. Complessivamente, però, il Piemonte ha fatto peggio dell'Italia nel suo complesso, visto che a livello nazionale il calo dell'export si è fermato a -9,7%. Anche le altre regioni "gemelle" hanno fatto meno peggio: Lombardia (-10,6%), Emilia-Romagna e Veneto (-8,2% per entrambe).
"L’emergenza sanitaria mondiale e la paralisi internazionale delle merci non potevano non interessare anche il Piemonte - commenta Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte -, ma il risultato positivo dell’ultimo trimestre ci fa, invece, ben sperare nella possibilità per la nostra regione di una ripresa dei valori del commercio estero. Continua a essere prioritaria e necessaria in quest’ottica, però, l’attuazione di un rapido piano vaccini nazionale e internazionale".
I mezzi di trasporto cedono lo scettro alla meccanica
Tra i diversi settori, solo il comparto alimentare ha chiuso l’anno con una sostanziale stabilità rispetto al 2019. Soffrono invece soprattutto i settori del tessile abbigliamento (-19,9%) e i mezzi di trasporto (-18%). All’interno dei mezzi di trasporto, il dato più preoccupante è stato registrato dalla nautica (-53,8%) e dal ferro-tranviario (-27,9%). L’aerospaziale flette del 21,5%, seguito dalla componentistica autoveicolare (-19,7%). Elevato, ma più contento della media del settore, il calo segnato dall’export di autoveicoli (-13,2%).
Decisamente negativa è risultata anche la dinamica esibita dal comparto dei metalli, che ha segnato una flessione del 14,7%.
Con circa un quinto dell’export regionale - però - la meccanica diventa, al posto dei mezzi di trasporto, il primo settore piemontese per vendite all’estero e registra una contrazione del valore esportato del 13,7%.
Inferiore alla contrazione media piemontese, la variazione negativa registrata dalla gomma plastica (-11,3%).
Male tutti i Paesi, tranne la Cina
I Paesi verso cui sono calate soprattutto le nostre vendite sono stati la Spagna (-16,5%), la Francia (-13,5%), e la Germania (-10,6%). Soprattutto Francia e Germania rappresentano i nostri clienti "abituali", ma è andata male anche con Polonia (-16,9%), Repubblica Ceca (-12,5%) e Svezia (-14,1%).
Giù anche le vendite al di fuori dei Paesi dell'Unione Europea: -24,9% per la Svizzera, mentre il mercato Usa ha fatto -15,6%. Quello britannico -17,7% e negativi sono stati pure i rapporti con Turchia (-9,8%) e Giappone (-11,6%).
Unica controtendenza arriva dalla Cina, anche se la crescita è molto limitata (+0,4%).