Non solo bar e ristoranti. Da quando è scattato il dpcm "a colori", tra le attività che hanno abbassato le saracinesche senza più rialzarle ci sono anche i Circoli. Realtà del territorio e spesso collegate alla zona in cui lavorano sia a livello di economia che di relazione sociale. E' per ridare voce a loro che Acli, Arci e Aics Piemonte lanciano un appello alla Regione, sostenuti anche dal Forum del Terzo Settore.
"Ci auguriamo che l’esclusione dei Circoli ricreativi, culturali e sociali dalle disposizioni che permettono la parziale riapertura dei luoghi di aggregazione disposta dai recenti provvedimenti del Governo, sia frutto di una semplice (ma non meno grave) dimenticanza e che si possa rapidamente risolvere con le dovute integrazioni", dicono le tre sigle che operano nel comparto. "Le forme organizzative di aggregazione e di socialità che si svolgono nei nostri Circoli, espressione di un tessuto vivo e propositivo della nostra società, si differenziano da quelle commerciali “sostanzialmente” per il senso e per il valore civile e democratico delle attività sociali che in essi si svolgono. Se passasse l’idea che, a parità di regole di sicurezza e dispositivi sanitari, i Circoli sono più “pericolosi” di un bar, di un'assemblea di condominio o di un luogo di lavoro, dovremmo desumere che c’è chi ritiene la cittadinanza attiva, l’impegno civile, la cultura, la solidarietà e la coesione sociale come elementi secondari o addirittura nocivi per il Paese".
"Non possiamo arrenderci allo sconforto e alle difficoltà, che questi mesi di emergenza sanitaria e di isolamento sociale legati al Covid ci hanno portato - è l'invito che aggiunge Gabriele Moroni, segretario del Forum del Terzo Settore in Piemonte -. In alcune realtà del nostro Paese si è intervenuto in questi mesi attraverso Ordinanze Regionali a prevedere provvedimenti ad hoc che riconoscessero la funzione peculiare delle attività dei Circoli, segno di attenzione verso queste realtà associative".
"Siamo consapevoli - concludono Aics, Acli e Arci - che l’emergenza sanitaria non è terminata e siamo coscienti della responsabilità che occorre per affrontare questo momento storico. Abbiamo messo sempre al centro la salute come bene primario e lo abbiamo dimostrato in questi mesi in cui i Circoli, anche in parte modificando le propria attività e i propri orari, hanno garantito in sicurezza non solo una variegata offerta culturale, ma anche occasioni di socialità, sostegno reciproco, e azioni di solidarietà alimentare, attraverso l’impegno di centinaia di volontari".
Da qui, dunque, l'appello al governatore del Piemonte, Alberto Cirio, affinché si possa in fretta superare con l'arrivo della Zona Gialla il lockdown totale delle attività dei Circoli, compresa la somministrazione, prevedendo la possibilità di aperture parziali, così come accade con i locali pubblici. E che si faccia portavoce presso il Governo per ampliare le misure di ristoro e attivando misure rapide ed efficaci per i Circoli.
Proprio nelle scorse ore, poi, il Consiglio Regionale del Piemonte ha approvato un ordine del giorno presentato dal consigliere Marco Grimaldi (LUV), sostenuto anche dai consiglieri Canalis, Magliano, Rossi, Sarno e Valle. Un documento che impegna la Giunta regionale “a mettere in campo tutte le iniziative di sensibilizzazione utili affinché, nel momento in cui il Piemonte diventerà ‘zona gialla’, venga superata la chiusura totale delle attività culturali, sociali e ricreative delle Associazioni di promozione sociale".