Economia e lavoro - 24 novembre 2020, 11:06

Non solo sci, Colombero (Uncem): "Attenzione agli impianti sì, ma guardiano anche a sci di fondo, ciaspole e outdoor"

"Le valli, con Comuni e Unioni montane, stanno puntando, investendo risorse in progetti per incoming e per agevolare questo turismo dolce che muove sempre più indotto e risorse". Colombo (FI): "In caso di chiusura, subito indennizzi"

"Ho letto con molta attenzione le tante dichiarazioni delle scorse ore di politici e imprese, datoriali e associazioni, rispetto alla richiesta di aprire gli impianti sciistici al più presto. Non voglio entrare nel merito di scelte che hanno alla base delle questioni sanitarie che sono sempre e comunque prioritarie. Ma voglio invece ricordare che la montagna non è solo sci. Alcuni osservatori oggi sui giornali lo fanno rilevare. Sci di fondo, sci alpinismo, ciaspole, camminate, altri sport outdoor sui quali sempre di più le valli, con Comuni e Unioni montane, stanno puntando, investendo risorse in progetti per incoming e per agevolare questo turismo dolce che muove sempre più indotto e risorse. Anche fuori dall'Italia, ma in particolare su Alpi e Appennini. Dobbiamo ricordarcelo. Qualcuno l'ha chiamata 'l'altra montagna'. Credo però che la Montagna sia una, con tutte le sue opportunità, vocazioni, scelte. Che vanno rispettate e incoraggiate. Ma nessuna va dimenticata e messa in un angolo. Sci, certo. Ma non solo. Permettere sci di fondo, sci alpinismo, ciaspole, camminate, outdoor in genere è altrettanto importante. Naturalmente, rispettando le norme sanitarie e le decisioni del Comitato tecnico scientifico d'intesa con il Governo, le Regioni, gli Enti locali". Lo afferma Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte.

“Siamo fortemente preoccupati per la linea rigorista adottata in queste ore dal Governo” dichiarano la Presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli e la Presidente di Anef Associazione Nazionale Esercenti Impianti a Fune, Valeria Ghezzi che - proprio alla vigilia dell’inaugurazione della stagione invernale e nonostante i rigidi protocolli di sicurezza adottati da tutti gli operatori - vedono imposta la chiusura degli impianti sciistici. “Il fatturato del turismo invernale - dichiara Lalli - sfiora i dieci miliardi di euro, di cui un terzo delle entrate si realizza proprio nel periodo compreso tra l’Immacolata e l’Epifania. La filiera che vive dell’industria della neve è lunghissima e comprende hotel, ristoranti, trasporti, scuole di sci che con la chiusura delle piste proprio nel momento di loro massima attività rischiano di vedere bruciati fino a tre miliardi di euro. Comprendiamo la necessità di voler evitare di ripetere gli errori commessi l’estate scorsa, ma con il fermo degli impianti di risalita, purtroppo anche prevedendo un’apertura delle piste a metà gennaio, ormai l’intera stagione sarà inevitabilmente compromessa”.

"La mancata apertura degli impianti di risalita e delle stazioni sciistiche italiane produrrà un durissimo colpo ad un'economia già fortemente in crisi, per l'incertezza causata dalla emergenza sanitaria di Covid-19 - dichiara in una nota l'esponente di Forza Italia Alberto Colombo, coordinatore piemontese del partito in alta Valle di Susa - Deve essere ben chiaro al Governo che i danni economici che una decisione del genere produrrà dovranno essere immediatamente indennizzati, stanziando risorse economiche ad hoc per tutte le attività della montagna, perché le decisioni del Governo andranno a colpire e rischiano di affondare una intera industria, quella della neve e del turismo della montagna, che solamente in Vialattea, il secondo comprensorio sciistico in Europa con 69 impianti di risalita e 212 piste di sci, fattura oltre quaranta milioni di euro più l'indotto perchè ricordo che ogni euro speso negli impianti sciistici crea un moltiplicatore economico che ne genera ben 12 per l'indotto tra scuole sci, negozi, bar e ristoranti, alberghi e immobiliare. Infine è necessario evitare il paradosso, che sarebbe davvero una beffa insopportabile, di avere a pochi chilometri oltrefrontiera gli impianti e le piste di sci francesi di Monginevro aperti durante le festività natalizie quando sul versante italiano resteranno chiusi, con tutti i rischi, soprattutto di natura sanitaria, che una situazione del genere può generare oltre alla inevitabile beffa economica".

 

 

redazione