Pinerolo - 02 novembre 2020, 11:01

Crisi dei negozi Kidiliz: 50 posti di lavoro a rischio in Piemonte. Domani lo sciopero a Porta Nuova

La manifestazione si terrà dalle 10 alle 12 davanti alle vetrine del gruppo che si trovano all'interno della stazione. Sono 600 gli addetti in bilico in tutta Italia: "Non ci arrivano risposte"

Prosegue la vertenza legata al futuro dei negozi della catena francese Kidiliz group in Italia. Il mese scorso è arrivata la notizia da oltralpe dell'avvio della procedura di amministrazione straordinaria. Una procedura in cui rientra anche la filiale italiana del Gruppo e questo vuol dire un grosso punto interrogativo per 50 lavoratori in Piemonte, mentre in tutta Italia sono 600.

Ecco perché, per la giornata di domani, i sindacati hanno proclamato uno sciopero con presidio davanti a uno dei negozi più frequentati della città: quello che si trova all'interno della stazione di Porta Nuova, dove i manifestanti si ritroveranno in presidio dalle 10 alle 12.

"A seguito dell’avvio della procedura, le conseguenze per l’azienda e per i suoi dipendenti in Italia sono state immediate e severe - raccontano da Filcams Cgil -: sostanziale blocco dei rifornimenti di merce ai negozi, sospensione di una parte della retribuzione, mancata erogazione delle prestazioni di welfare contrattuale, sospensione dei pagamenti verso l’ente bilaterale".

"La scelta aziendale di non condividere fin da subito le difficoltà finanziarie con le organizzazioni sindacali e di aderire alla sola procedura concorsuale francese - proseguono i sindacalisti Cgil -, ha fatto precipitare la situazione nel giro di poche settimane: le lavoratrici e i lavoratori del gruppo, rimasti senza risposte concrete sul loro futuro, restano sostanzialmente in attesa di decisioni prese altrove, senza la reale condivisione con le parti sindacali. Nonostante le molteplici sollecitazioni inviate, da ultimo scrivendo agli amministratori giudiziari nominati dal Tribunale del Commercio di Parigi, non abbiamo ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale, né sono state avviate procedure concorsuali in Italia".

Massimiliano Sciullo