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Economia e lavoro | 24 ottobre 2020, 12:07

Emergenza Covid nell'economia: l'artigianato paga il conto. Felici: "Non basta puntare su green e digitale"

L'appello di Confartigianato Piemonte: "Servono più risorse all'economia reale". Intanto calano sia le aziende (-229 solo a Torino) che gli occupati, apprendisti compresi

Emergenza Covid nell'economia: l'artigianato paga il conto. Felici: "Non basta puntare su green e digitale"

Un duro colpo anche se analizzato a freddo. Il mondo artigiano piemontese continua a pagare il conto salato della crisi Covid-19 e a certificarlo sono arrivati i numeri del compendio di Confartigianato Piemonte sul primo semestre 2020, con proiezioni anche sui mesi successivi. Una condizione che spinge all'appello degli addetti ai lavori: "Occorre passare dagli interventi di carattere emergenziale a riforme strutturali - commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Piemonte - in modo da consentire al nostro sistema produttivo di riprendere a generare ricchezza ed occupazione reali”. “Come era prevedibile – prosegue - il comparto artigiano ha risentito molto della crisi economica derivante dalla pandemia, sia dal punto di vista produttivo, sia da quello occupazionale".


E poi c'è la burocrazia

Ma alla contrazione dell’attività dovuta alla pandemia, si aggiungono anche gli ostacoli derivanti dall’eccessiva pressione fiscale, "dal tempo e dal denaro perso a causa della burocrazia, dai perduranti ritardi nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni", dicono gli artigiani.

L'ostacolo del credito: il Piemonte fa -1,4%

Il credito continua ad essere un altro punto dolente per le piccole imprese. Infatti l’analisi dei dati sui prestiti in Italia per dimensioni d’impresa evidenzia un miglioramento generalizzato, ma con un persistente ritardo delle imprese di minori dimensioni: a marzo 2020 i prestiti alle piccole imprese restano in territorio negativo, registrando un -1,6% che, pur migliore del -2,2% del dicembre 2019, è in controtendenza rispetto all’aumento dell’1,2% dei prestiti al totale delle imprese, trend che inverte il segno rispetto al -1,8% di tre mesi prima.

Per quanto riguarda le regioni in cui i prestiti alle piccole imprese sono al di sotto dello zero, i cali meno intensi nei primi tre mesi del 2020, ed in miglioramento rispetto ai tre mesi precedenti, sono: Sardegna (-0,4%), Molise e Sicilia (entrambe a -0,7%). Il calo maggiore è quello della Valle d’Aosta (-6,3%); flessioni decise, anche se in miglioramento, si registrano in Veneto (-3,7%), Marche (-3,1%) e Trento (-3,0%). In Piemonte il valore si attesta nel primo trimestre 2020 sul -1,4%, rispetto al -2,9% del trimestre precedente.


Il mercato del lavoro: crollo degli apprendisti

Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro della Regione Piemonte, poi, gli apprendisti, rispetto ai 30.515 del 2019, si attestano a 13.207 nei primi otto mesi del 2020. Una tendenza che lascia presagire, entro la fine dell'anno, un calo piuttosto consistente, se non addirittura un crollo.
Per quanto riguarda l'occupazione in generale, al 31 dicembre 2019 l’artigianato nella nostra regione si posizionava sui 243.746 addetti, di cui 132.426 autonomi e 111.320 dipendenti (nel 2007 gli addetti, tra titolari e dipendenti, erano 313.533, con una perdita nel periodo considerato di 69.787 occupati, pari al 22,25%).

Le aziende: ne sono "sparite" quasi 400, 229 solo a Torino

In base alle più recenti risultanze dell’Osservatorio dell’Artigianato della Regione Piemonte, al 31 dicembre 2019 le imprese artigiane piemontesi erano 116.425; l’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte stima che nel secondo semestre dell’anno 2020 si registrerà una flessione pari a 396 unità produttive scendendo così a 116.029 (la diminuzione più sensibile, in valore assoluto, riguarda la provincia di Torino che si posiziona sulle 59.744 imprese, con una riduzione pari a 229 unità produttive).

“In uno scenario problematico e segnato da un’emergenza sanitaria ed economica ben lungi dall’essere superate – conclude Felici – per la ripresa del nostro sistema produttivo è indispensabile un utilizzo delle risorse a sostegno dell’economia reale e non solo vincolato a pittoresche variazioni sul green e sul digitale”.

Massimiliano Sciullo

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