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Attualità | 04 ottobre 2020, 21:51

Juve allo Stadium, il Napoli a casa: la domenica più surreale si chiude alle 21.30 e inizia quella delle carte bollate

Agnelli: "Noi abbiamo rispettato i protocolli". I partenopei, invece, si rifanno al divieto di partire per Torino imposto dall'Asl. Inevitabile lo 0-3 a tavolino per la squadra di Gattuso, pronta a dare battaglia con una pioggia di ricorsi

Credits: twitter Juventus FC

Credits: twitter Juventus FC

Siamo solo alla terza di campionato e già la serie A è in preda al panico da coronavirus. Alle 21.30 l'abitro Doveri ha sancito che Juve-Napoli non si sarebbe giocata e adesso inizia la partita dei ricorsi e delle carte bollate.

Non era bastato il rinvio di Genoa-Toro, deciso giovedì a seguito del focolaio scoperto all'interno dello spoaglotio rossoblu, fino alle 19 di sabato sembrava certa la dispurta del big match tra Juve e Napoli. Poi è successo di tutto. L''Asl che blocca i partenopei mentre già sono sul pullman diretto all'aeroporto: con la ulteriore positività di Elmas, che si andava ad aggiungere a quelle di Zielinski e di un componente dello staff, veniva chiesto alla squadra di non volare a Torino ma di mettersi in isolamento fiduciario. Sembra sicuro il rinvio, poi la Lega Calcio ribadisce che si deve giocare, la Juve conferma il programma pre partita e fa sapere che si presenterà allo Stadium.

La domenica è trascorsa poi tra voci, sussurri e indiscrezioni. Il Napoli parte all'ora di pranzo, anzi no resta in città. La Lega cambia idea e dispone il rinvio. Anzi no, conferma con un comunicato che bisogna attendersi al protocollo che è stato approvato in settimana, lasciando intendere che se gli azzurri non si presentano allo Stadium sarà 3-0 a tavolino. Il patron De Laurentiis fa leggere la nota ricevuta dall'Asl di Napoli, che invitava la squadra a non partire, dichiarando di avwer inviato richiesta di rinvio della gara attraverso una pec inoltrata alla Lega Calcio. Se poi ci aggiungiamo gli interventi della politica ed anche quelli del ministro della Salute Speranza (che invita ad occuparsi più di scuole e meno di calcio) e di quello dello Sport Spadafora (che dichiara che devono essere gli organismi calcistici a decidere) il quadro è completo.

Andrea Agnelli, presidente della Juventus, ha parlato ai microfoni di Sky Sport del caso Juventus-Napoli. "Abiamo dei protocolli che sono molto chiari, ed è prevedibile che sarebbe successo di avere un caso di positività al Covid. Prima o poi capita a tutti. A quel punto ci si affida al protocollo e si sa cosa bisogna fare. Si va in isolamento fiduciario in una struttura concordata con l'Asl e così facendo ci si può allenare e disputare la partita. Il protocollo è stato studiato dalla Federazione con il Governo, e' evidente che la priorità è la tutela della salute pubblica, in questo caso abbiamo un protocollo che ci permette di svolgere il nostro mestiere. L'importante è avere sempre quello spirito di lealtà sportiva che sta alla base di tutto".

Infine, di fronte alla accuse di aver speculato sulla situazione degli avversari, Agnelli ha replicato: "Se vogliamo portare a termine le manifestazioni sportive, non solo il campionato di calcio, bisognerà saper gestire i casi e le positività che possono essere individuate vista la frequenza dei controlli a cui siamo sottoposti". E alla fine ha precisato: "Io preferisco vincere sul campo. Sempre".

Ma è scontato che, di fronte alla certezza di perdere 3-0 a tavolino, il Napoli si prepara ad una pioggia di ricorsi. E il calcio si appresta ad entrare in un tunnel dal quale sarà difficile uscire.

Massimo De Marzi

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