E’ polemica in Consiglio Regionale, dove la minoranza accusa la giunta Cirio di aver inserito all’ultimo degli emendamenti al Disegno di legge 83, senza averlo comunicato in anticipo ai capigruppo. Particolarmente contestata dalle opposizioni la modifica alla legge regionale per contrastare il gioco d’azzardo, firmata da Lega e Forza Italia e non da Fratelli d’Italia. Il partito della Meloni ha preferito non sottoscriverla e probabilmente non la voterà in aula.
“Non possiamo permetterci di perdere oltre 4 mila posti di lavoro in Piemonte in un settore, quello del gioco legale, che deve poter operare senza ulteriori limitazioni, seppur all'interno di uno schema di regole certe. Il proibizionismo non basta. Bisogna portare avanti campagne mirate, operare dal punto di vista culturale sin dalla scuola, intervenire per formare le persone, educarle, vigilare". Il Gruppo Lega Salvini commenta così l’emendamento presentato ieri sera dalla giunta regionale nel Collegato alla legge di stabilità 2020, che elimina esclusivamente la retroattività della legge piemontese del 2 maggio 2016.
“La maggioranza ha depositato nella tarda serata di ieri gli emendamenti,– spiega il capogruppo regionale del Pd Raffaele Gallo – qualche minuto prima della capigruppo, senza avvisarci: ce li siamo trovati stamattina”. A fargli eco il collega Daniele Valle, che accusa il centrodestra di “bloccare la discussione il contingentamento e approfitta dell'omnibus per infilare misure inaccettabili".
"Sono riusciti – ha aggiunto l’esponente dem - in un solo colpo: a proporre di abrogare le distanze da rispettare per mettere le slot machine negli esercizi commerciali di fatto svuotando la legge per il contrasto al gioco d'azzardo patologico, a riaprire la caccia di domenica a settembre e a riammettere la caccia di specie alpine rare, infine ad aprire alla privatizzazione del CSI".
A puntare il dito contro la maggioranza anche il capogruppo di Luv Marco Grimaldi, che dichiara:“Dopo aver dato il via libera al cemento e al bitume nel ‘riparti Piemonte’, Cirio vuole trasformare la nostra Regione nel far west: più polvere da sparo tra i nostri monti e nelle campagne, più slot e malati di gioco d’azzardo ad ogni angolo". "Eravamo riusciti a contrastare la piaga della ludopatia e i dati sono dalla nostra parte: ogni anno si giocano 770 milioni in meno e le perdite sono diminuite del 20% (contro il -3% italiano). Ma tutto questo alla Lega, evidentemente, non piace” conclude il consigliere di minoranza.
Ad annunciare battaglia contro l'emendamento è anche il M5S. "Cirio e Lega -sottolinea il consigliere Giorgio Bertola - vogliono portare indietro le lancette dell'orologio a quando le lobbies dell'azzardo avevano il campo libero. Non lo permetteremo, stiamo presentando una lunga serie di emendamenti per scongiurare questo pericoloso blitz". A chiedere un passo indietro alla Giunta anche Libera Piemonte e Gruppo Abele, che sottolineano come "in momento di crisi come questo, il rischio che i piemontesi cerchino nel gioco una falsa speranza per risolvere problematiche economiche è altissimo".
La normativa 9 del 2016 approvata dalla giunta Chiamparino stabilisce che, nella nostra Regione, le slot non debbano essere messe a meno di 300 metri da scuole, chiese, impianti sportivi, ospedali e residenze sanitarie nei comuni fino a 5.000 abitanti. Limite che sale a 500 metri quando il comune supera i 5.000 abitanti.