Economia e lavoro - 16 maggio 2020, 16:56

Messina (Intesa Sanpaolo) a 360 gradi tra Decreto Rilancio, Mes e unione con Ubi Banca

L'amministratore delegato del gruppo: "Il Dl è all'altezza, ma si deve fare in fretta, il Mes è un'occasione per rifondare la Sanità, mentre con Ubi continuiamo a ritenerla un'operazione strategica e non ostile, anzi"

Economia, ripresa, misure straordinarie, provvedimenti governativi. Ma anche un'attualità decisamente più "vicina", legata al cammino di avvicinamento con Ubi Banca. Spazia a 360 gradi il ragionamento di Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, che dal suo punto di osservazione analizza quello che sta succedendo a Torino, in Piemonte e nel resto d'Italia in questa prima metà di maggio, ideale confine temporale (e non solo) tra un "prima" e un "dopo" che si spera decisamente migliore.

A cominciare dal Decreto Rilancio, presentato proprio nei giorni scorsi dal premier Giuseppe Conte. Un provvedimento "all'altezza del momento", dice Messina, anche se le risorse devono essere fatte arrivare in fretta. "La giudico una buona manovra. Non deve essere facile per chi è al governo misurarsi con una fase di straordinaria complessità come quella attuale. E non solo nel nostro Paese. Il provvedimento potrà essere migliorato, ma trovo che abbia un carattere strategico all'altezza del momento. Sarà fondamentale far arrivare rapidamente a destinazione le risorse stanziate".

Il rischio è di un progressivo aumento delle persone che si trovano in uno stato di povertà. "Dobbiamo mitigare gli impatti sociali di una crisi profonda. I risvolti potenzialmente più drammatici potranno essere contenuti se saremo in grado di mettere in campo strumenti concreti e innovativi". Per esempio estendendo il modello Genova: "come dimostrano i fatti, ha portato rapidamente risultati apprezzabili. Inoltre siamo un Paese con forti potenzialità nell'economia circolare. E con ritardi nella digitalizzazione delle imprese. Sono questi i fronti da rilanciare in un patto per la crescita il più aperto possibile", dice Messina.

Un altro tema molto sentito, in questo periodo, è quello che vede l'Italia e il suo futuro legato al Mes e all'Europa. "Se la sola condizione fosse la destinazione al settore della sanità, non ci sarebbero ragioni per non ricorrere al Mes - dice Messina -. Sarebbe una grande opportunità per rifondare un sistema sanitario all'altezza delle necessità del Paese. Quanto al risparmio in termini di interessi, calcolato in circa 7 miliardi, rifiutare significherebbe assumersi una responsabilità.

Pensi a quanto si potrebbe fare con 7 miliardi sul fronte della povertà, dell'occupazione giovanile, della defiscalizzazione".

Arrivando a tempi più legati al territorio piemontese, resta di estrema attualità il possibile matrimonio tra Intesa Sanpaolo e Ubi Banca, tramite l'offerta pubblica di scambio. "Un'operazione con valenza strategica", assicura Messina, confermando l'intenzione di "portarla a termine". E neanche gli approfondimenti che sembrano all'orizzonte tramite l'Antitrust sembrano destare timori. "Intesa Sanpaolo ha sempre avuto rapporti eccellenti con le Autorità di vigilanza, improntati al massimo

rispetto e collaborazione - assicura l'amministratore delegato -. Così faremo anche in questa occasione. È quanto ci si aspetta da chi a livello internazionale è percepito come una bandiera, un punto di forza dell'Italia". 

E garantisce anche massima apertura verso gli azionisti storici di Ubi, sfatando il timore che possano percepire l'operazione di Intesa come ostile. "Non è così: fin dal

primo momento abbiamo risposto positivamente ad ogni istanza, sul fronte della presenza sui territori, della valorizzazione delle persone, sul rafforzamento degli interventi per il sociale, della attenzione per il valore del marchio, dell'occupazione e dell'assunzione di giovani. "Per non parlare del credito alle imprese e alle famiglie: non ridurremo i fidi, ma porteremo nuove risorse". E aggiunge: "Ho intenzione di continuare in un  atteggiamento di dialogo e apertura, per raccogliere suggerimenti da imprenditori e fondazioni azioniste di Ubi, affinché insieme si dia vita ad un gruppo ancora più forte".

redazione