La proposta è una rivoluzione nella gestione di alcune realtà portanti del mondo della cultura di Pinerolo: l’istituto civico musicale Arcangelo Corelli e i musei civici.
Per quanto riguarda il Corelli di viale Rimembranza 77, la Giunta del sindaco Luca Salvai ha in mente di affidare il pacchetto completo a un gestore privato per cinque anni. La novità è stata presentata ieri in una commissione comunale in videoconferenza e ha incassato le vibranti proteste dell’opposizione, dalla Lega al Pd.
La leghista Aida Revel ha contestato che così «il Comune non ha più titolo a intervenire sulle questioni che riguardano il Corelli». Mentre il Pd, per bocca del capogruppo Luca Barbero, si è dichiarato: «Totalmente contrario, perché si va verso una gestione privatistica, che è una sconfitta della politica».
L’assessore alla Cultura Martino Laurenti ha ribattuto spiegando che di fatto non cambia molto, ma si snellisce la “catena di comando”: «Oggi il Comune ha in capo la segreteria e nomina un direttore artistico, ma l’attività didattica e quella artistica sono affidate a una cooperativa dall’inizio degli anni Duemila. Questa compresenza, però, rende difficile prendere delle decisioni in tempi brevi».
Pd e Forza Italia hanno anche contestato il fatto che questa rivoluzione venga portata solo in Giunta e non discussa in Consiglio comunale. Su questo aspetto Laurenti ha messo in piedi ulteriori verifiche con gli uffici e se il parere sarà, come oggi, che la competenza è della Giunta, presto la proposta verrà approvata. Intanto l’assessore ha convocato per lunedì alle 17 una videoconferenza con i docenti del Corelli, per spiegare loro come funzionerà il loro corso. Tra le richieste che verranno fatte nel bando di gara ci sarà quella di garantire la continuità didattica, confermando gli attuali docenti.
La stessa delibera che prevede una rivoluzione al Corelli, affronta anche il tema della gestione dei musei civici civici (Archeologia e antropologia, Etnografico, Collezione d’arte e Scienze Naturali, oltre alla Casa del Senato) per cui si percorre una strada analoga: l’affidamento a un unico gestore per cinque anni.
Da qualche mese i musei sono in rete nel sistema Mupi e gestiti dal Consorzio Vittone, che raggruppa i gestori di ogni singola collezione. Il timore del Pd è che, andando a una gara pubblica, si disperda l’impegno di persone e associazioni che hanno lavorato una vita per allestire e migliorare queste collezioni civiche.