La Regione Piemonte ha approvato le graduatorie per l’assegnazione dei contributi alle associazioni fondiarie per l’anno 2019.
Beneficiari del finanziamento sono 13 associazioni fondiarie dislocate sul territorio piemontese, di cui 7 nella provincia di Torino, 4 nella provincia di Cuneo e 2 nella provincia di Alessandria, per un importo complessivo di oltre 130 mila
Il bando metteva a disposizione contributi per favorire il percorso di costituzione delle associazioni fondiarie suddivisi in due interventi.
Il primo, a copertura dei costi di istituzione dell’associazione, per l’elaborazione del piano di gestione dei terreni e per la realizzazione di opere di miglioramento fondiario. In questo filone, conformemente a quanto previsto dal bando, sono state finanziate tutte le istanze pervenute.
Il secondo intervento prevedeva invece un contributo per i privati proprietari delle superfici conferite all’associazione per un periodo minimo di quindici anni. In questo caso, sono state finanziate le prime 4 associazioni in graduatoria, con l’impegno dell’assessorato a reperire le risorse per finanziare tutte le restanti domande in graduatoria.
“In Piemonte – dichiara il vicepresidente e assessore alla Montagna, Fabio Carosso - le prime associazioni fondiarie sono nate nel 2012 con l’obiettivo di contrastare il fenomeno della parcellizzazione fondiaria territoriale e di recuperate i terreni incolti e abbandonati. Grazie anche al sostegno della Regione, oggi queste forme organizzative costituite sul territorio regionale sono oltre una trentina, distribuite nelle province di Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Torino, Vercelli e Verbano-Cusio-Ossola. La superficie complessiva recuperata si può stimare in duemila ettari, in prevalenza localizzati nelle zone montane e collinari, con circa 800 soci coinvolti nel conferimento dei terreni. Le attività svolte principalmente sono a indirizzo pastorale, forestale, orticolo e coltivazione di piccoli frutti ed erbe officinali. Grazie alla gestione associata delle aree abbandonate, si è innescato un meccanismo virtuoso di riqualificazione e valorizzazione del patrimonio fondiario nelle zone marginali del territorio, ottenendo, nel contempo, la tutela dell’ambiente, la salvaguardia del paesaggio e la prevenzione rispetto ai rischi idrogeologici e agli incendi”.